Con lettera datata 3 marzo e inviata ai Ministeri competenti – Transizione Energetica, Sviluppo Economico, Lavoro e Politiche Sociali, Infrastrutture e Trasporti – alla Regione Fvg e alla Protezione Civile, il Sindacato Cisal FederEnergia chiede alle istituzioni e agli enti coinvolti sulle grandi derivazioni idrauliche, di esprimersi “sulla gestione al quanto intraprendente delle dighe in Friuli e non solo e sulla autonoma decisione di A2A di cedere totalmente la sorveglianza a delle guardie giurate”.
Cisal FederEnergia espone la situazione agli enti competenti, evidenziando “l’elevata possibilità di ulteriore rischio verso le popolazioni a valle degli invasi, da ultimo procurato dai concessionari che, per sole logiche di risparmio, si sono industriati cedendo totalmente la guardiania delle dighe, prima svolta da personale qualificato e interno, ora svolta da vigilanti o aziende di servizi. Come parte sociale”, si legge nella nota, “condanniamo l’alienazione di posti di lavoro a tempo indeterminato e a contratto elettrico, per favorire nuovo precariato amministrato da contratti non meglio precisati. Ma in tutta questa vicenda viene scardinato il servizio di guardiania, che nelle varie normative viene giustappunto definito come elemento fondamentale di garanzia che si concretizza nella costante presenza, nella particolare conoscenza dell’impianto e nella garanzia di pronto intervento oltre che d’espletamento di tutte le attività preordinate e compiute dal Guardiano delle dighe”.
“Espressione significativa di una gestione costellata da continue riduzioni del personale, precisamente nelle dighe Sauris e Verzegnis, i vuoti lasciati dal personale andato in pensione non sono mai stati ricoperti con nuove assunzioni; in condizioni impossibili i pochi lavoratori rimasti in diga devono svolgere questo mestiere così particolare, sobbarcandosi ulteriori carichi spesso in un clima insostenibile”.
“A2A – denunciano i sindacati – volutamente ignora che proprio in Friuli Venezia Giulia è stata varata una legge apposita sulla gestione delle dighe, a cui tutte le Regioni d’Italia dovrebbero riferirsi come esempio, poiché impone ai concessionari di vigilare e presidiare le dighe con personale qualificato e professionalmente riconosciuto e non con altri profili. Come promesso in precedenza, ci siamo attivati immediatamente e messo a conoscenza tutti gli attori che possono riportare la situazione a migliore garanzia per i lavoratori diretti, le persone, le famiglie e le attività a valle delle grandi dighe”.
“Abbiamo chiesto a Ministeri, Regione, Governo e Protezione Civile se siano state informate e se fossero a conoscenza delle autonome modifiche attuative, adottate da parte di società concessionarie delle dighe. Intendiamo sollecitare le Istituzioni a intraprendere qualsivoglia iniziativa di competenza, anche di carattere normativo. E’ stata inoltre fatta richiesta, in via generale di ritenere censurabile l’impiego di personale esterno in sostituzione dei canonici “Guardia Diga” soprattutto in orario notturno. Ora la parola alle istituzioni, vi terremo aggiornati.
‘Intervenga il Governo sulla guardiania delle dighe in Friuli’
Cisal FederEnergia chiede alle istituzioni di esprimersi sulla gestione delle Grandi derivazioni idrauliche
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