Il crimini evolve e cerca nuove strade e le forze dell’ordine si adeguano e studiano nuovi modi per arrivare prima dei criminali. All’Università di Trieste l’associazione nazionale funzionari di polizia ha presentato il volume ‘Investigare 4.0 – Criminologia e criminalistica. Viaggio nel mondo delle indagini’, che racconta come seguire un’indagine dal sopralluogo alla comunicazione con i giornalisti. In questo contesto è emerso come il crimine sia da un lato sempre più virtuale e dall’altro sempre più intenzionale.
“Le mafie oggi sono una minaccia fluida e in constante mutamento, dunque occorre che le forze di polizia assumano la stessa velocità rispetto alle trasformazioni della criminalità organizzata, con un’operatività sempre più improntata alla cooperazione internazionale” ha detto Vittorio Rizzi, vicecapo della Polizia e Direttore Centrale Polizia Criminale alla presentazione del libro da lui curato con Anna Maria Giannini.
“Esistono luoghi del mondo – ha spiegato Rizzi – dove le mafie, che non hanno più una strategia stragista e invece si inseriscono nell’economia, dal Primeiro Comando da Capital brasiliana alla ‘ndrangheta, dalla yakuza giapponese fino agli hezbollah, fanno traffico di droga e business insieme”.
“Anche la criminalità organizzata è passata dal mondo analogico dei ‘pizzini’ a quello digitale del web – ha proseguito Rizzi – quindi oggi le forze di polizia si devono confrontare con piattaforme criptate dove il server può essere collocato in qualsiasi parte del mondo”.
La criminalità, ha continuato il vicecapo della Polizia, “non perde l’occasione per fare business anche nelle emergenze che viviamo, pensiamo alla pandemia”. La risposta che devono dare le Forze di Polizia, ha concluso “deve essere immediata e prontissima. Oggi, come recita un nostro motto, non è più il pesce più grande a mangiare quello più piccolo, ma è quello più veloce a mangiare quello più lento”.