La cinquantina di sindaci che si oppongono, anche in tribunale, alla riforma delle Uti si sono ritrovati a Udine per confermare la propria resistenza, che nella prossima settimana tornerà con un documento da fare approvare ai rispetti consigli comunali. Ma fanno anche un passo avanti, con una loro proposta. Non un ritorno alle compiante Province – come hanno spiegato i loro portavoce Piero Mauro Zanin di Talmassons, Renato Carlantoni di Tarvisio e Pierluigi Molinaro di Forgaria – ma la creazione di aggregazioni su base volontaria e, per la gestione di tematiche di area vasta, un’organizzazione – ancora tutta da studiare – che valorizzi l’identità territoriale del Friuli, da una parte, e dell’area giuliana dall’altra.
Intanto, nuove conferme arrivano da sindaci che già avevano manifestato l’intenzione di abbandonare l’Uti. È il caso di Eleonora Viscardis, prima cittadina di Bertiolo.
“Stiamo studiando il modo di uscita con meno danni per i cittadini – rivela – sarà questione di settimane e senz’altro entro il 31 maggio, prima cioè del passaggio all’Uti della competenza fondamentale che è quella finanziaria”.
Il caso dell’Unione cui appartiene è emblematico, secondo Viscardis: i comuni coinvolti non sono omogenei, alcuni orbitano verso il Collinare, altri verso Codroipo; il comune capofila, quello di Basiliano, si ritrova senza responsabile di ragioneria; alcuni comuni hanno poi cantierato la fusione con comuni di un’altra Uti.