L’attuale governance della Provincia di Pordenone, la prima che cambierà pelle in regione, sta per prendere commiato. Il presidente Alessandro Ciriani e la sua giunta stanno ormai liberando scrivanie e uffici, visto che l’elezione della nuova gestione politica dell’ente prenderà corpo tra poco più di un mese. Chi li sostituirà? La sensazione è che gli aspiranti eredi dovranno armarsi di calcolatrice, più che spendere energie per comizi elettorali. Il perché è presto spiegato.
Premiati i grandi
Il meccanismo per l’elezione del nuovo presidente e del consiglio provinciale – stabilito dalla legge regionale 2/2014 – è a dir poco cervellotico. Per eleggere il nuovo parlamentino – composto da 26 consiglieri – dovranno votare (in una domenica tra 1° ottobre e il 30 novembre, dalle 8 alle 18), tutti sindaci e i consiglieri comunali in carica in quel momento. Si tratta all’incirca di 800 persone. Ma il voto di ognuno (uno per la lista e una preferenza, due se di sesso differente) avrà un peso diverso in base alla ‘consistenza’ del Comune dove sono amministratori. E per calibrare quel peso bisogna spaccarsi la testa, dato che per ottenere il coefficiente si deve calcolare il rapporto tra la popolazione del Comune e quella dell’intera provincia, dividerlo per il numero dei propri amministratori votanti e quindi moltiplicarlo per mille. Un sistema che va a vantaggio dei grossi centri e a discapito delle piccole realtà che, per inciso, a Pordenone sono più della metà: 26 Comuni su 51, infatti, hanno meno di 3mila abitanti. A meno che non stringano un patto che va al di là delle normali divisioni politiche, difficile possano spuntarla, ma saranno determinati per l’esito finale. A concorrere, due o più liste con un massimo di 26 rappresentanti ciascuna.
Mosse e contromosse
Chi sarà il nuovo presidente? Attualmente il peso dei comuni governati dal centrosinistra – che conta Pordenone, Azzano, Porcia, San Vito al Tagliamento, Maniago e Fontanafredda – è superiore a quello del centrodestra, che risponde con Sacile, Cordenons, Spilimbergo, Fiume Veneto e Brugnera, per citare i più popolosi. In quest’ottica, i pretendenti più accreditati alla poltrona di presidente sono i sindaci Marco Putto (Azzano), Stefano Del Cont Bernard (Aviano) e Antonio Di Bisceglie (San Vito). Dovesse spuntarla l’altra fazione, Renzo Francesconi (Spilimbergo) e Roberto Ceraolo (Sacile) sono in pole position. Gli amministratori espressione delle Civiche si stanno parlando e potrebbero formare una lista, ma con poche speranze di successo. I partiti, in questa operazione sperimentale, giocano ancora un ruolo di primissimo piano.