“In Friuli Venezia Giulia si sta verificando un ennesimo abuso di potere contro il settore Home Restaurant”, a denunciarlo Gaetano Campolo, ceo della Home Restaurant Hotel srl che, dopo il colloquio dell’Associazione con i dirigenti della Regione, apprendere con sorpresa l’approvazione della legge regionale sul commercio.
“La Regione parla di ‘una svolta nel settore Home Restaurant’ oppure di ‘un segnale importante’, mentre questa è una grande presa in giro”, denuncia l’associazione, contestando la Maggioranza, “che parla di una legge per ‘semplificare le procedure autorizzative e di concessione da parte delle imprese agli enti locali e alle camere di commercio per quanto concerne l’inizio, il subentro e la cessazione dell’attività. Inoltre, vengono previste nuove forme di vendita e somministrazione, come l’home food e l’home restaurant, mentre viene superato l’obbligo per le imprese della comunicazione dell’avvio delle forme di commercio elettronico. Grazie a questo intervento sarà più semplice per gli esercenti aprire un sito di e-commerce”.
“Purtroppo – continua Campolo – si dimentica il Bollettino Antitrust in materia di Home Restaurant del 2017 attualmente valido che boccia la ddl home restaurant del 2017 la quale imponeva limiti e paletti come la licenza di somministrazione oltre che vieta a noi piattaforme di nascondere i dati degli iscritti e vieta i pagamenti online in assenza di legge quadro Nazionale si direttiva europea 2014 e 2016. Per questo in Fvg, oggi come ieri, precisamente dall’1 febbraio 2019, data in cui il Ministero dell’Interno, con Matteo Salvini Ministro, su nostra richiesta ha emanato un parere in cui favorisce e ne semplifica l’avviamento in assenza di legge, per tanto l’Home Restaurant non soggiace alla normativa prevista per la ristorazione in quanto il Viminale ha escluso possa essere ricondotto ad attività di ristorazione classica. Ciò, però, non esclude che avviare una ‘ristorazione casalinga’ debba essere opportunamente segnalato alla Pubblica Sicurezza, con specifica dichiarazione ex art. 16 del TULPS, e bisognerà necessariamente assicurarsi contro i rischi verso i terzi, sia per l’attività sia per l’abitazione”.
“A questo si aggiunge il fatto che l’iniziativa economica è una libertà tutelata dalla Costituzione, all’articolo 41. Da questa norma discendono sui cittadini diritti e obblighi da rispettare. Grazie a questa tutela, se un’attività economica non è ancora coperta da una fonte avente rango di Legge Ordinaria, questa situazione di vuoto normativo non si traduce automaticamente in un divieto di poter avviare tale attività. Lo Stato, solo nel momento in cui se ne verifichino i presupposti, potrà vietare o limitare alcune attività economiche. Si noti, inoltre, che con l’ingresso nell’Unione Europea, l’Italia ha ceduto una parte significativa dell’iniziativa economica che le era riservata a vantaggio di questo Comunità sovrastatale”.
Campolo, vista la confusione normativa, chiede “un intervento immediato del Governo e della premier Giorgia Meloni, rendendosi disponibile fin da subito a risolvere diplomaticamente questa annosa vicenda”.