La campagna di comunicazione dell’Università di Udine ‘inclusiva’ sta facendo discutere. E dalla Lega Fvg arriva una bocciatura senza mezzi termini.
“Assurda la scelta dell’Ateneo di Udine. Il rispetto e l’inclusività non si misurano certo con l’utilizzo di un asterisco al posto del genere. I valori non sono contenuti dentro un segno grafico, ma piuttosto si trasmettono alle nuove generazioni attraverso l’educazione e la cultura. Così non si fa un passo avanti, ma si cerca solo un pretesto per avere visibilità con il rischio di correre verso il nulla”, commentano i deputati e senatori della Lega Aurelia Bubisutti, Daniele Moschioni, Massimiliano Panizzut, Mario Pittoni e Raffaella Fiormaria Marin del Friuli Venezia Giulia.
“Storpiare l’italiano non è sinonimo di rispetto, né di inclusione. Si tratta, di fatto, dell’ennesimo esempio di quel politicamente corretto tanto in voga in questo momento che, però, non porta nulla di concreto”, è la posizione del consigliere regionale Diego Bernardis (Lega), facendo rifermento “ai manifesti dell’Università di Udine che sostituiscono la fine delle parole maschili e femminili con un asterisco”.
“La cosiddetta lingua inclusiva, oltre a rendere più complessa la comprensione del testo con inutili ostacoli all’acquisizione del linguaggio e alla lettura, è anche una forma di discriminazione verso la storia della lingua italiana. Scuola e università – conclude l’esponente del Carroccio – dovrebbero concentrarsi sull’importanza di insegnare ai giovani il coraggio di affermare la propria identità e, per fare questo, non è di certo necessario storpiare la lingua italiana”.
“Ritengo che storpiare l’italiano non sia affatto la strada giusta per non discriminare e nemmeno una scelta di inclusione, bensì semplicemente una decisione profondamente sbagliata”. Lo afferma in una nota il capogruppo della Lega nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, commentando la scelta dell’Università di Udine di utilizzare l’asterisco alla fine delle parole al posto del maschile e femminile sui manifesti apparsi in città e ribadendo che “un conto è il rispetto e un altro è la discutibile scelta del politicamente corretto che si nasconde dietro un asterisco. Se il politicamente corretto modifica una lingua, non vivremo certamente in un mondo più inclusivo”.
“Il compito della scuola – aggiunge l’esponente del Carroccio – è soprattutto quello di educare, insegnando ai ragazzi il coraggio della propria identità e non a nasconderla dietro all’asterisco o magari a svestirsene. Mi chiedo come possa interpretare un ragazzo di 20 anni questa scelta dell’università che dovrebbe, invece, occuparsi di ben altro in un momento storico così particolare”.
“Una lingua, per essere veramente inclusiva, deve poter compiere il proprio ruolo, garantendo una comunicazione efficace – conclude la nota leghista – che è figlia della sua storia e della sua cultura e non del politicamente corretto del momento”.
Ma siamo sicuri che sia questa la strada giusta? Io sono convinto che si stia esagerando.Questo contribuisce a cancellare l’identità di https://t.co/anC18rMSMG mette l’asterisco per non specificare il genere a cui ci si rivolge. #sonoperplesso pic.twitter.com/6nQ7npn8g7
— roberto novelli (@novelliroberto) December 19, 2021