Ospite a ‘Un giorno da pecora’ su Radio Uno Rai, il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga ha parlato della campagna vaccinale e delle attese per il periodo dopo Pasqua, che dovrà iniziare a vedere un piano per le riaperture.
“Chi racconta al premier come sta andando la campagna vaccinale evidentemente non la dice tutta”, ha detto Fedriga, replicando al discorso alle Camere del Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Le Regioni stanno seguendo il piano e le priorità indicate da Roma. Forse non gli viene raccontato lo sforzo enorme che stiamo facendo… Noi in Fvg aspettiamo ancora più di 300 persone dalla struttura commissariale per i vaccini: ne sono arrivate meno di 50. Il personale e gli Hub li abbiamo messi noi, grazie anche alle Istituzioni e agli Enti del territorio. Dare la colpa a chi sta facendo la più grande parte del lavoro è per lo meno poco generoso”.
“Proprio questa mattina, in sede di Conferenza delle Regioni, abbiamo concordato un documento chiaro, netto e forte. Non si può fare scarica barile sulle Regioni. Il Fvg rispetto alla popolazione è quella che ha inoculato più vaccini. Quindi, non faccio un discorso pro domo mea…”.
“Draghi sta facendo uno sforzo importante: l’atto di bloccare l’export dei vaccini è stato coraggioso e giusto. Ma, forse, nelle strutture di Governo non tutti si vogliono assumere le loro responsabilità. Attendiamo ancora aggiornamenti sulla riserva di sicurezza delle dosi: al momento abbiamo solo il documento firmato da Arcuri che ci obbliga a mantenere il 30% delle dosi. Noi sugli Over 80 contiamo di finire la somministrazione dei richiami entro aprile. Poi ci sono circa 15mila anziani da vaccinare a domicilio: qui saranno fondamentali i medici di base”, ha detto ancora Fedriga.
In merito al prossimo decreto e alle decisioni per il ‘dopo Pasqua’, “dobbiamo fare una riflessione e andare verso una stagione di riaperture, reintroducendo le zone gialle. Non pretendiamo di riaprire tutto subito, come se nulla fosse, ma dobbiamo cominciare a fare un piano di riaperture. Altrimenti, oltre a penalizzare lavoro ed economia, il rischio è di non tutelare nemmeno la salute. Io sto vedendo che queste aree di restrizione oggi sono sopportate malissimo dai cittadini che, a differenza del marzo dell’anno scorso, cercano le pieghe per superare quei limiti”, ha detto Fedriga.
“Sarebbe finalmente arrivato il tempo di fare uno studio – ha poi sottolineato in conclusione il governatore Fvg – per capire la reale pericolosità delle diverse attività. Io ho l’impressione che stiamo tenendo chiuse delle attività che in realtà non aumentano il rischio“.
“La prima e più urgente riapertura che dovrebbe stare a cuore al presidente Fedriga è quella delle scuole, su cui non dice parola. Segua la linea data dal presidente Draghi che invece su questo è stato chiarissimo, evidenziando l’importanza della scuola e indicando la priorità della riapertura almeno delle primarie e dell’infanzia. Ascolti l’appello delle famiglie, delle donne, alle prese con situazioni pesantissime da gestire. Si preoccupi di ragazzi che stanno perdendo in formazione e socializzazione. Lavori per riaprire le scuole e non chiuderle più, programmando screening anti Covid continuo per i ragazzi , provvedendo a trasporti adeguati, mettendo la scuola davvero in sicurezza”, replica il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli.
“Fedriga non cerchi il solito facile consenso – sottolinea Shaurli – tutti sappiamo che i citttadini sono stanchi delle restrizioni e interi settori dell’economia sono in grande affanno. Eviti almeno di dirci quali sono le attività pericolose e quali no sulla base di ‘impressioni’ personali che lasciano il tempo che trovano, danno messaggi incoerenti ed hanno già provocato diversi danni”.