“Nonostante gli sforzi e gli impegni presi, il divario di genere nel mondo del lavoro anche in Italia è lungi dall’essere colmato ed è anzi aggravato dalla pandemia che è pesata soprattutto sulle spalle delle donne. È urgente un impegno collettivo per migliorare l’accesso al lavoro, ridurre le disparità salariali e azzerare le forme di discriminazioni verso le donne, anche attraverso politiche in grado di mettere al centro del dibattito il tema della cura”. Lo afferma l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, componente della Commissione lavoro, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna, ribadendo come “il lavoro sia garanzia di identità e indipendenza”.
“La pur corretta scelta a livello europeo di indirizzare le risorse sulla transizione ecologica e digitale, potrebbe aumentare lo squilibrio dell’occupazione maschile e femminile. È necessario che il Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr) promuova con forza la coesione sociale, soprattutto in tema di servizi di cura. Per l’Italia significherebbe concretamente rispondere alla carenza di asili nido e di servizi di qualità per anziani non autosufficienti e persone con gravi disabilità. Aumentare questi servizi –continua l’europarlamentare friulana- crea occupazione soprattutto femminile, che deve però essere tutelata in quanto a precarietà e contribuzione. Inoltre dare risposta a queste esigenze significa liberare tempo alle donne che prevalentemente si occupano della cura all’interno della casa”.
“Il lavoro che le donne svolgono gratuitamente in famiglia produce una ricchezza che però nessuno riconosce e che non rientra nel calcolo del Pil”, conclude Lizzi.