Via libera del Consiglio regionale alla norma che propone il referendum per l’abolizione parziale dell’attuale legge elettorale, abrogando la parte che prevede l’assegnazione dei seggi su base proporzionale introducendo così il sistema maggioritario.
“Con questo voto il Friuli Venezia Giulia è protagonista nella difesa di un diritto fondamentale dei cittadini – afferma il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga -: quello di poter scegliere con il voto la maggioranza e quindi il governo nazionale. Proponiamo questo referendum assieme ad altre Regioni sostenendo un principio di democrazia che parte dai territori. Assieme a Veneto, Piemonte e Lombardia abbiamo deciso di portare avanti questa battaglia e ringrazio la maggioranza in Consiglio regionale, che ha voluto condividerla. Posizioni differenti hanno infatti trovato una sintesi per tutelare gli interessi anche dei cittadini del Friuli Venezia Giulia”.
Con i sì di un centrodestra che è rimasto compatto sino alla fine e i no delle opposizioni altrettanto compatte nell’esprimere contrarietà, la proposta di referendum abrogativo statale n. 1 a firma Lega è stata accolta dall’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia. A portarla all’attenzione della Corte di cassazione saranno i consiglieri Bordin e Bernardis (Lega) entro lunedì prossimo, 30 settembre.
Prima di dichiarare conclusi i lavori, il presidente Zanin ha registrato il favore del presidente Fedriga all’ordine del giorno del Gruppo di Fratelli d’Italia con cui la Giunta si impegna a formulare una proposta di legge che preveda almeno una quota di elettori col sistema maggioritario e un premio di maggioranza che assicuri, dopo l’esito elettorale, a chi ha ottenuto la vittoria di formare immediatamente un Governo figlio della volontà popolare. E si impegna a formulare una ulteriore proposta di legge al Parlamento di modifica della Costituzione ai sensi dell’articolo 138 che prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica.
Parimenti, Fedriga ha accolto l’ordine del giorno di Shaurli (Pd) con cui si impegna la Giunta a fare proprie una serie di istanze, tra cui il riconoscimento della pluralità partitica in quanto foriera della pluralità di opinioni e di idee alla base della democrazia e del libero pensiero, nonché il valore della rappresentatività nelle assemblee elettive a tutti i livelli di governo, garantendo per la Camera e il Senato una ripartizione dei seggi equa nella suddivisione territoriale all’interno della coalizione e nel rispetto delle minoranze.
I commenti
“Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha dato un segnale importante per la governabilità e la trasparenza del Paese approvando la proposta di referendum abrogativo che indica un vincitore che possa governare per cinque anni, senza inciuci di Palazzo e garantisca una maggioranza solida e inequivocabile”.
Lo afferma il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, a margine della seduta d’Aula che ha approvato la proposta di referendum abrogativo che incide sulle attuali leggi elettorali di Camera e Senato. “Oggi con questa proposta chiediamo che siano i cittadini a esprimersi sul sistema elettorale. Il nostro obiettivo è che, chiuse le urne, si sappia subito chi governerà per evitare accordi o ‘accordicchi’ che non rispettano la volontà degli elettori. L’azione della Regione – commenta Bordin – potrà influire positivamente per fare sintesi su posizioni che divergono dal proporzionale che ha permesso l’avvicendarsi di troppi governi di coalizione togliendo stabilità al Paese”. Il capogruppo di maggioranza ricorda come abolire la parte proporzionale non abbia comunque nulla a che vedere con la riduzione della rappresentatività in Parlamento: “In questo momento c’è uno scollamento tra chi governa e i cittadini: la gente è stanca di inciuci tra forze politiche che hanno programmi completamente diversi e non godono del consenso. Vogliamo – continua l’esponente della Lega – che si creino le condizioni per un sistema elettorale che tenga conto della necessità che il voto dell’elettore abbia un valore inequivocabile e non venga umiliato e scambiato con una poltrona.
“Chi prenderà un voto più degli altri avrà il diritto di governare con continuità; in questo modo risponderemo anche alle critiche di coloro che ci accusano di non assicurare al Paese governi stabili”, conclude Bordin.
“Ancora una volta, il Partito Democratico è contro la democrazia. Pare assurdo ma continuano ad opporsi alla possibilità che gli italiani possano votare. Dopo i giochini di palazzo a Roma, con cui il Pd, senza passare dalle elezioni e sfiduciato in tutte le tornate elettorali più recenti, anche in Friuli Venezia Giulia, si oppongono alla possibilità che i cittadini possano scegliere i propri rappresentanti”.
Questo il commento del consigliere regionale della Lega, Simone Polesello, che aggiunge: “Personalmente sono molto soddisfatto per l’approvazione dell’Aula alla proposta di referendum e ritengo che in una democrazia, il voto sia l’espressione più libera, bella e partecipata che esista. Sinceramente, piuttosto che questa contrarietà a prescindere nei confronti delle elezioni per conoscere la volontà popolare, sarebbe stato lecito aspettarsi un’aspra campagna elettorale da parte dell’opposizione per il NO alla proposta referendaria”.
“Come Lega – continua Polesello – riteniamo che essere a favore del voto e del maggioritario sia un atto dovuto nei confronti dei cittadini che, dopo anni di instabilità politica, vorrebbero finalmente poter scegliere la maggioranza che governerà il Paese. A riguardo non ho alcun dubbio, il nuovo impianto di legge elettorale ha il nostro pieno sostegno poiché sancisce un principio sacrosanto: chi vince governa, chi perde fa opposizione. In questo modo cancelliamo la possibilità di inciucio a vita”.
“Prendiamo atto che il centrodestra non esiste più, resta solo la Lega. Berlusconi non è più il capo di Forza Italia e i moderati hanno ceduto a Salvini. Meglio evitare figuracce che qualcuno potrebbe non perdonare e serrare i ranghi, meglio assecondare il capitano della Lega che chiedeva pieni poteri e oggi li esercita sulle Regioni del Nord, tutte insieme piegate al diktat lanciato da Pontida. E così il Fvg svende l’autonomia e come le altre Regioni viene utilizzata come strumento di lotta politica”. A dirlo è il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello intervenendo nel dibattito sul quesito referendario abrogativo in senso maggioritario della legge elettorale nazionale.
“Le priorità non sono più il lavoro, i cittadini, le imprese. La priorità è servire il progetto salviniano. E che lo faccia Fedriga, ormai siamo abituati, ma che a fargli buona compagnia ci siano anche alcuni alleati, sancisce un definitivo abbandono di un necessario presidio moderato. Tutto fatto in fretta e furia, tutto contingentato, forzando tempi e procedure per approvare, senza alcun dibattito, un referendum sulla legge elettorale nazionale”.
“Abbiamo assistito a uno spettacolo sconcertante”. È il commento del capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio Regionale, Massimo Moretuzzo, al termine della giornata odierna di lavori centrata quasi esclusivamente sulla proposta di referendum abrogativo di iniziativa del Gruppo della Lega, finalizzata a modificare la legge elettorale italiana verso un maggioritario puro.
“Inaccettabile” per Moretuzzo il passaggio con l’urgenza in V Commissione consiliare, che continua denunciando “la forzatura della maggioranza regionale dal punto di vista procedurale in barba al lavoro e al confronto nelle Commissioni consiliari”.
“La proposta di legge della Lega va a scapito della rappresentatività territoriale – denuncia il capogruppo del Patto per l’Autonomia -, i partiti territoriali spariranno dalla scena. Non solo. Il quesito referendario non tiene in considerazione il tema delle minoranze linguistiche, che, invece, dovrebbe essere assolutamente presente in una proposta di riforma della legge elettorale formulata da chi ha a cuore le esigenze delle realtà minoritarie”.
“Il quesito proposto – aggiunge Moretuzzo – non risponde assolutamente alle caratteristiche previste dalle sentenze della Corte Costituzionale che chiedono quesiti omogenei, chiari, correnti e intellegibili. Invece oggi è stato approvato un testo che modifica 41 articoli di legge di 4 norme diverse, con una lunghezza improponibile”.
A dimostrazione di ciò il Gruppo del Patto per l’Autonomia ha mostrato in Aula un facsimile di scheda “gigante”, necessario per contenere tutto il testo del quesito referendario. “Oggi si è verificato un fatto inedito per la nostra Regione – conclude Moretuzzo -: non solo chi dovrebbe rappresentare gli interessi del Friuli-Venezia Giulia ha eseguito supinamente gli ordini che arrivano dai capi romani o milanesi, ma si tratta di ordini assurdi, che impongono un quesito referendario evidentemente incostituzionale. Salvini è il novello Cadorna, che manda ordini insulsi al fronte pretendendo obbedienza. E dalle nostre parti ha trovato evidentemente ufficiali compiacenti”.
“La Lega parla continuamente di rispetto della volontà popolare, ma in realtà propone ai cittadini un referendum incomprensibile per mero interesse elettorale”. È il commento dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, dopo la discussione in Aula sulla proposta di referendum abrogativo statale firmata dal Gruppo leghista. “Il popolo, così frequentemente e pomposamente messo al centro del dibattito, viene invece palesemente raggirato – affermano i 4 pentastellati -. Senza contare che la proposta presenta evidenti rilievi di incostituzionalità. Diverse, infatti, sono le sentenze della Corte costituzionale che richiamano alla necessità di un quesito chiaro in modo da garantire davvero la libertà di scelta ai cittadini.
“Chiediamo al presidente Fedriga se si è accorto che vuole abrogare una legge che in realtà il suo partito e lui stesso hanno votato in Parlamento – ricordano gli esponenti del M5S -. E non è stata la prima volta che la Lega ha mostrato un’avversione al maggioritario puro, visto che già nel 1990 Umberto Bossi parlava del maggioritario come un modello favorevole alle lobby e al predominio del denaro e contrario agli interessi del popolo. Sorvoliamo sul fatto che fino a ieri determinate forze di centrodestra non erano favorevoli al quesito, ma hanno poi cambiato idea – concludono i consiglieri pentastellati -. Se c’era davvero la volontà di cambiare la legge elettorale, coloro che oggi propongono questo referendum, scritto male e in fretta, avrebbero potuto farlo in Parlamento nei 14 mesi in cui erano in maggioranza invece di prendere in giro i cittadini chiedendo di abrogare una legge che hanno votato”.
“Non c’è più maggioranza, ma un unico partito”. Lo ha detto oggi a Trieste il consigliere regionale del Pd Cristiano Shaurli, intervenendo in Aula durante la discussione sul quesito referendario abrogativo in senso maggioritario della legge elettorale nazionale.
A detta di Shaurli, dopo un anno e mezzo di niente, il Consiglio regionale ha dichiarato l’urgenza a una proposta “per obbedire agli ordini di Salvini, e l’unico passaggio almeno chiarito è che la Lega in Friuli Venezia Giulia è l’unico partito. Qui non abbiamo più una maggioranza, c’è un solo partito e gli altri sono ‘sotans’ (sottomessi, in friulano). “La Lega fa il suo lavoro – ha aggiunto Shaurli -, gli altri non esistono più e si piegano, alla faccia dell’autonomia, al volere del capo nazionale. Qui non parliamo di questioni amministrative in cui c’è un rapporto fiduciario con il presidente, ma di politica. Solo per ragioni politiche è stato convocato il Consiglio regionale, per un atto di propaganda – ha concluso – che non interessa minimamente ai cittadini della nostra Regione”.