“L’alternativa all’Europa non esiste, è la dissoluzione. Sono un europeista convinto, e federale: sono per il superamento degli stati nazionali”.
Sono parole dell’onorevole Bruno Tabacci, già sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Draghi, intervenuto a Udine, nell’ambito della rassegna Ascoltare, leggere, crescere, all’incontro organizzato da Confcooperative del Friuli Venezia Giulia per la presentazione del libro ‘Costruire l’Europa’, dedicato alla figura di Giovanni Marcora, ministro dell’Agricoltura a Bruxelles tra il 1974 e il 1980.
In dialogo con l’europarlamentare Elena Lizzi e con il consigliere regionale Moreno Lirutti, Tabacci, che negli anni 80 ha diretto l’Ufficio studi del ministero dell’Industria guidato da Marcora, ha raccontato momenti significativi dell’impegno politico di colui che considera un maestro e un padre.
A quarant’anni dalla sua morte, il Capo dello Stato Mattarella lo ha definito architrave del sistema repubblicano e della costituzione.
Prima di essere ministro preparato, competente e amato, con il nome di battaglia di ‘Albertino’ combattè in prima linea nella Resistenza lombarda.
Convinto europeista, riuscì a far valere sui tavoli comunitari gli interessi dell’Italia. E’ figura di riferimento per il mondo della cooperazione, grazie alla legge che porta il suo nome. Una norma del 1985 che consente ai lavoratori di evitare il fallimento della propria azienda, riunendosi in cooperativa e rilevandola, impegnando la propria liquidazione e gli stipendi non percepiti, con lo Stato che ci mette di suo tre volte tanto. “Uno strumento ancora oggi fondamentale – ha detto Daniele Castagnaviz, presidente di Confcooperative del Friuli Venezia Giulia aprendo i lavori. Una legge da potenziare e semplificare” – ha aggiunto, ricordando come le coop nella nostra regione rappresentino l’8% del pil e sottolineando come la sola Confcooperative contri 520 realtà associate, per 145mila soci.
Marcora – ha poi ricordato l’onorevole Tabacci, è anche padre della legge del 1972 sull’obiezione di coscienza. Lui, che durante la Resistenza impugnò il fucile, non accettava che il rifiuto a svolgere il servizio militare, per motivi di coscienza, si pagasse con il carcere.
Qual è la principale eredità di Marcora da raccogliere e far fruttare? Tabacci non ha dubbi: la sua cultura del pragmatismo e della concretezza. Il ministro europeista Marcora raccontato a Udine da Bruno Tabacci. GUARDA IL SERVIZIO VIDEO