Dorino Favot, presidente regionale dell’Anci e sindaco di Prata di Pordenone, uno dei pochi Comuni che ha fatto qualcosa in termini di compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale, ha una sua opinione sul perché questo strumento non funzioni in regione.
“Temo che, nel nostro caso, ci siano difficoltà oggettive nell’utilizzarlo più che un problema di informazione. Scontiamo le difficoltà di molti Comuni nell’affrontare l’ordinario, dovuta soprattutto alla carenza di personale, tale da incidere anche sulle questo tipo di attività. Da un lato c’è la gestione ordinaria dei tributi, dove gli uffici cercano di garantire i servizi fondamentali. Poi ci sono le attività accertative che però richiedono uno sforzo ulteriore che non sempre è possibile”.
Il Comune deve per forza svolgere attività accertativa o può limitarsi a segnalare le incongruenze all’Agenzia delle Entrate?
“Ricorrono entrambi le fattispecie. Ovvero si possono segnalare tenori di vita evidentemente incompatibili con quanto dichiarato in sede di auto certificazione. Poi c’è tutta una serie di attività accertative durante le quali può emergere, per esempio, la presenza di un bene non dichiarato. Certamente se avessimo più personale a disposizione potremmo muoverci con maggiore efficienza”.
Secondo lei si può fare qualcosa?
“Dato che è in corso la discussione la riforma sulle autonomie locali, potrebbe essere l’occasione buona per mettere mano a una normativa regionale che affronti il problema della copertura dei posti vacanti. Si tratterebbe di lasciare da parte il concetto di spesa massima per ogni ente introducendo invece il concetto di comparto unico e così fissando un tetto complessivo, salvo poi ripartire le risorse tra i vari Comuni”.
C’è però chi pensa che i problemi siano altri. Di bilanci se ne intende e parecchio, ma ci ha chiesto di non essere citato espressamente. Tuttavia il suo parere ci è sembrato importante: “Sicuramente i municipi hanno problemi gravi di personale, ma c’è anche dell’altro. Cosa? Il fatto che i sindaci non vogliono avere problemi con i concittadini. Quasi tutte le amministrazioni hanno previsto esenzioni dall’Imu e via dicendo, ma quante di loro hanno verificato con l’Agenzia delle Entrate quali siano i contribuenti che non superano la soglia di esenzione? Non lo fanno anche perché spesso si tratta di categorie intoccabili pena polemiche senza fine e la perdita di consenso. Altrimenti non si spiega perché anche in realtà ben strutturate, dove magari l’ufficio tributi è ben organizzato e condiviso da più Comuni, nessuno abbia pensato di dare un’occhiata a cosa sta accedendo”. C’è però anche un altro problema: “I Comuni – continua il nostro esperto – sono abituati a ricevere dalla Regione molti soldi. Ciò pare spiegare come mai che la maggior parte dei Comuni non sembra sia eccessivamente attenta alla riscossione dei tributi. Tanto ci pensa la Regione, ma così facendo non scovano i furbi e non fanno nulla per migliorare la situazione. Insomma da una parte non ne hanno bisogno e dall’altro manca totalmente la volontà”.