Coda polemica per la partecipazione della sottosegretaria Vannia Gava al convegno ‘Il nucleare decisivo per la transizione energetica’, organizzato dall’Associazione italiana Nucleare. “L’Italia – aveva commentato ieri Gava – è il più grande importatore di energia elettrica al mondo e gran parte di questa energia arriva dal nucleare francese. Ciò, come vediamo drammaticamente in questi giorni, si traduce in maggiori costi delle bollette per i cittadini e per le nostre imprese. L’Italia dovrebbe essere protagonista della ricerca sul nucleare di quarta generazione, pulito e sicuro. Se si crede realmente nella transizione energetica nessuna fonte di energia deve essere né demonizzata né esaltata a priori, ma studiata e valutata”.
“Purtroppo ci troviamo ancora di fronte alle posizioni di esponenti di altre forze politiche, in primis la sottosegretaria alla Transizione ecologica Vannia Gava, che insistono nel parlare di ‘nucleare green’ e di mini reattori. Se è così certa dell’esistenza di un nucleare pulito e sicuro, creando tra l’altro confusione con la ricerca sulla fusione, ci chiediamo perché non proponga l’apertura di un dibattito collettivo sul tema, magari chiedendo ai pordenonesi se sarebbero o meno favorevoli al progetto di una centrale nucleare nel nostro territorio; in tal caso, pensiamo proprio che avrebbe la risposta che merita”, dichiarano il deputato del MoVimento 5 Stelle Luca Sut, membro del comitato politico pentastellato per la Transizione ecologica, assieme al consigliere regionale Mauro Capozzella.
“E’ importante, al riguardo, chiarire per l’ennesima volta che il ritorno all’atomo, all’interno del processo di decarbonizzazione, non ha senso. Un fantomatico ritorno al nucleare significherebbe perdere tempo e risorse che sarebbero così investite in una tecnologia che i cittadini hanno bocciato con due referendum, che ha costi altissimi e tempi lunghi di realizzazione. Senza dimenticare che ad oggi non è ancora stata risolta la questione della gestione delle scorie radioattive” concludono Sut e Capozzella.
Non si fa attendere la replica della Lega. “Con i consiglieri regionali e i rappresentati al Governo ascoltiamo da decenni tutti i giorni i pordenonesi e i cittadini tutti del Friuli Venezia Giulia. Ricambiati con un largo consenso popolare e con un Presidente di regione gradito dal 77 per cento dei cittadini rappresentiamo con orgoglio il territorio, lo difendiamo e lo valorizziamo”, commentano dal Carroccio il deputato Massimiliano Panizzut e il consigliere regionale Stefano Turchet.
“E’ puerile il tentativo di un paio di colleghi indicati da un 2 per cento dell’elettorato, rispettabilissimo ma non certo molto rappresentativo, su un dibattito serio e globale come quello sulla ricerca scientifica sul nucleare, la transizione energetica e il futuro. Se la cifra del ragionamento è di così basso profilo è difficile capirsi. Ma gli eventi poi dimostrano che per i pentastellati da ‘no Tav’ si diventa ‘sì Tav’, da ‘no Tap’ si diventa ‘si Tap’, il limite di due mandati non esiste più, il finanziamento pubblico dei partiti si può fare e chi sfilava con i gilet gialli si apparecchia con Macron…”.