Continua a delinearsi il nuovo Dpcm, in vigore dal 16 gennaio. In serata si è tenuta la riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione, mentre lunedì mattina è in programma il primo confronto con le Regioni.
La maggior parte delle misure restrittive sarà confermata ma, come ha annunciato il ministro Roberto Speranza ospite a Che tempo che fa su Rai3, “ci aspettano settimane molto dure, nelle quali avremo ancora bisogno del massimo rigore”. Proprio il ministro illustrerà le restrizioni al Parlamento, mercoledì 13, prima che il testo sia firmato.
Tra le ipotesi, quella che ha già aperto lo scontro tra Governo e Regioni è l’introduzione di un nuovo parametro per far scattare la zona rossa automaticamente sopra i 250 casi ogni 100mila abitanti nell’arco della settimana. Una fascia che, al momento, vedrebbe seriamente a rischio anche il Fvg, visto il trend dei casi degli ultimi giorni. Sulle soglie dei parametri che decreteranno i colori delle zone e sulla durata del nuovo Dpcm il Governo, comunque, deciderà solo dopo il confronto con le Regioni di domattina e le comunicazioni di Speranza al Parlamento.
Non dovrebbe cambiare la norma che prevede la possibilità una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni e alle persone non autosufficienti) di andare a trovare amici o parenti.
Tra le certezze, si delinea una conferma dello stop allo spostamento tra regioni (salvo comprovate necessità) e il coprifuoco tra le 22 e le 5, ma potrebbe esserci una stretta per i bar (non per i ristoranti), per i quali potrebbe non essere consentito l’asporto dopo le 18 ma solo la consegna a domicilio.
Tra le aperture che sembrano ormai irrimediabilmente destinate a slittare c’è quella degli impianti sciistici, che era stata ipotizzata dal 18 gennaio. Sul tema, il ministro Speranza è stato lapidario: “Mi sembra difficile ipotizzare che, con le scuole superiori chiuse, si possa immaginare di aprire le piste da sci…”.
Difficile anche il via libera a piscine e palestre – per le quali si attende ancora il confronto sulle nuove linee guida – mentre c’è una maggiore possibilità – ancora tutta da verificare – di rivedere ‘in presenza’ la cultura, almeno per le aree gialle.
Si è poi parlato anche della fascia ‘bianca’ (o ‘verde’) che al momento è più un ipotetico traguardo che una possibilità concreta. Si dovrebbe ottenere con un indice Rt non superiore a 0,5 e un’incidenza di 50 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. Con questi parametri, potrebbe cadere la maggior parte delle restrizioni e anche molte delle attività ‘in stand by’ potrebbero riaprire. Prima, però, bisognerà continuare a combattere la circolazione del virus che, nell’ultimo report, ha mostrato di essere in ripresa.