Anche nella nostra regione, le candidature alle elezioni politiche 2018 tra le fila del Pd hanno suscitato più di qualche malumore. I nomi? Per il listino bloccato alla Camera, la scelta del Partito Democratico è caduta su Ettore Rosato, Debora Serracchiani, Franco Iacop e Antonella Grim. Per il listino bloccato al Senato è confermato il nome del giornalista Tommaso Cerno, a cui si aggiungono quelli di Tatiana Rojc, Paolo Coppola e Laura Fasiolo.
All’uninominale, per la Camera a Trieste correrà la Presidente Serracchiani, a Gorizia Giorgio Brandolin, nel collegio della Bassa friulana Francesco Martines, per Udine Nord Silvana Cremaschi, mentre per Pordenone Giorgio Zanin. L’uninominale al Senato vede un altro ritorno eccellente, quello di Riccardo Illy per Trieste e Gorizia e di Isabella De Monte a Udine e Pordenone.
Decisioni, che, come detto, non sono state gradite da molti. Tra i ‘contrari’, in prima linea c’è Cristiano Shaurli, che ha affidato le sue considerazioni a un post su Facebook, nel quale annuncia l’uscita dagli organismi dirigenti. “La composizione delle liste è sempre difficile e lascia degli scontenti, ma in Friuli Venezia Giulia questa volta non era difficile chiudere una proposta forte e condivisa. Ovviamente serviva quell’attenzione al territorio e quel senso di comunità politica che qualcuno sembra aver dimenticato o non ha voluto avere. La disponibilità, senza alcun paracadute, di personalità come Illy o di uscenti come Brandolin e Zanin dava forza e credibilità a cui aggiungere nel proporzionale figure come i Presidenti Serracchiani e Iacop, fondamentali in questi anni di governo regionale”.
“Personalmente – continua Shaurli – ho chiesto nelle sedi di partito che fossero i due capilista e, invece, ci ritroviamo con un candidato esterno al Senato. Nessuno scandalo e a ognuno il suo giudizio sull’opportunità ma almeno per me sicuramente non un valore aggiunto per il territorio e il Pd regionale, e con l’autore di questa legge elettorale e di queste trattative capolista alla Camera. Già così un ‘capolavoro’, a cui aggiungere interi territori sottorappresentati e una letterale umiliazione della sinistra del Partito”.
“Come area Orlando, il 40% degli iscritti e oltre il 30% alle primarie, non avevamo mai messo in discussione ma anzi sostenuto i capilista proposti dimostrando senso di unità e responsabilità, chiedendo solo di rappresentare la pluralità del Pd in posizioni difficilissime ma contendibili. La risposta – prosegue il post di Shaurli – sta in queste liste e nella totale indisponibilità. Ovviamente ci incontreremo nelle prossime ore, ma come coordinatore politico ritengo giusto individualmente uscire dagli organismi dirigenti del Partito. Come molti continuerò a lavorare per il Pd su quel territorio che stiamo dimenticando, per fortuna con ottimi candidati all’uninominale e con una sfida regionale alle porte che ha bisogno dell’impegno di tutti, ma con la consapevolezza e l’amarezza che si sia persa un’occasione per esigenze che fatico a capire. E come me, credo, tanti cittadini, iscritti e amministratori che chiedevano persone capaci di rappresentare quanto fatto, di rafforzare il legame con il territorio e speravano in una Comunità politica capace di rappresentare per il bene stesso del Pd tutte le sensibilità”, conclude Shaurli.