Lo striscione che chiede ‘Verità per Giulio Regeni’ in piazza Unità a Trieste sul palazzo della Regione non c’è più, scalzato da quello sugli Europei Under 21. E in futuro non riapparirà. Già tre anni fa, dopo meno di un anno dalla scomparsa del ricercatore di Fiumicello, la scritta su fondo giallo era stata rimossa dal palazzo del Comune dal sindaco Roberto Dipiazza. Trieste non è l’unico Comune dai cui palazzi lo striscione è stato tolto. Basta leggere cronaca nazionale e regionale (per esempio, il sindaco di San Daniele, Pietro Valent, ha seguito l’esempio del governatore Massimiliano Fedriga e ha rimosso la scritta per non rimetterla più) per vedere come casi del genere sono accaduti in diversi centri del Belpaese. Eppure si tratta pur sempre della principale piazza del capoluogo della regione che ha dato i natali a Giulio.
Due rimozioni, quelle di Trieste e San Daniele, che hanno dato vita a forti polemiche tra opposti schieramenti politici: da una parte gli amministratori di centrosinistra che quegli striscioni li avevano messi, dall’altra quelli di centrodestra che li hanno tolti. Al netto della solidarietà espressa alla famiglia del giovane friulano – che nessuno ha mai negato – quella scritta (non il caso Regeni in sé) è diventata di fatto materia del contendere politico.
Posto che a favore dello striscione pubblichiamo qui a fianco l’intervento di Ottavio Sgubin, abbiamo chiesto ai sindaci di alcuni Comuni friulani di centrodestra – alcuni hanno ancora sul municipio lo striscione, altri lo hanno tolto, altri non l’hanno mai avuto – cosa ne pensano in merito della questione.
“Si tratta – dice Rodolfo Ziberna (Fi), sindaco di Gorizia – di una diatriba tutta politica. Gli italiani e i friulani sanno perfettamente qual è il dramma subito dalla famiglia Regeni e non lo dimenticheranno, così come i goriziani non dimenticheranno i 650 deportati a guerra finita dal regime Titino anche senza striscioni. Non occorre uno striscione sugli edifici comunali e dichiararne la necessità è una speculazione politica sul dramma di una famiglia. Per ricordare la tragedia si può fare una fiaccolata la sera della tragedia, a un mese a un anno. Ha senso diverso, invece, mettere lo striscione davanti all’ambasciata egiziana a Roma. I Comuni possono dedicare una via o una piazza o apporre una targa a imperitura memoria”.
Non diverso il commento di Marco Sartini (Lega), sindaco di Porcia, sul cui municipio lo striscione c’è e rimane. “Non c’è alcuna volontà di toglierlo – spiega Sartini – e nessun motivo di farlo. Per quanto ci riguarda resterà fino a quando il giallo diventa bianco e il nero grigio. Detto questo, la battaglia politica fatta a suon di striscioni tipica della sinistra non mi appartiene, non condivido questa forma pubblicitaria della ricerca della verità. Il manifesto è un elemento scenografico, che non serve allo scopo. Servono, invece, il lavoro quotidiano nelle sedi opportune e l’impegno di chi sa come agire per raggiungere l’obiettivo. Non basta mettere uno striscione e lasciare che le cose vadano come vogliono”.
Lo striscione giallo è scomparso anche dal municipio di Pordenone, ma solo temporaneamente. Al suo posto, infatti, è stato appeso quello in favore dell’avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata a 33 anni di reclusione e 148 frustate per il suo impegno a favore delle donne. “Il nome di Giulio Regeni – afferma il sindaco Alessandro Ciriani (Fdi) – sarà esposto sull’unico lato del municipio accessibile agli operai, ovvero su quello verso il parcheggio Marcolin, quando non ci sarà la necessità di metterne altri. Come quello attuale contro la violenza sulle donne. Sono d’accordo sul fatto che gli striscioni non siano decisivi per ottenere risultati in politica estera e dispiace che lo striscione su Regeni abbia perso l’afflato iniziale e la sua neutralità avendo assunto una paternità politica. Ciò è deprimente. Tuttavia, resta il dramma di un ragazzo e della sua famiglia e per questo lo striscione non scomparirà da Pordenone”.
Infine Udine. Alcune settimane fa, lo striscione era scomparso da Palazzo D’Aronco, lasciando il posto a quello degli Europei Under 21 di calcio, per poi riapparire. Una scomparsa temporanea decisa autonomamente dalla ditta incaricata di me ttere lo striscione sportivo la quale accorgendosi che quello dedicato a Giulio Regeni era sbiadito, ha pensato di sostituirlo, in tempi brevi, con uno nuovo facendosi carico della sua realizzazione e applicazione. Per il sindaco di Udine Pietro Fontanini (Lega) “la richiesta di verità rimarrà fino a che non sarà fatta completa chiarezza sulle dinamiche che hanno portato all’uccisione del giovane ricercatore friulano. Lo abbiamo deciso un anno fa, lo striscione è un segno dell’esigenza di giustizia da parte dell’Egitto. Rispetto a Trieste, ci sentiamo più vicini a Giulio Regeni, figlio della terra friulana. Certo, non è un monumento, ma il problema di fare luce sul caso è ancora di stretta attualità”.
Per ricordare Giulio Regeni serve altro
Non tutti i municipi a guida leghista o di centrodestra hanno tolto lo striscione, ma quasi tutti i sindaci concordano che sia inutile. Fuori dal coro Pietro Fontanini
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