“Sì faccia in fretta. Servono risorse subito e massimo sostegno per far ripartire l’economia locale. I comuni, soprattutto i piccoli, sono sempre stati in prima fila nel supporto alla popolazione. Nonostante questo, ad ora, sono arrivati dallo Stato solo i soldi necessari per Buoni Spesa e sanificazione”. Questo l’appello del Sindaco di Ruda, nonché coordinatore dei piccoli comuni Anci Fvg, Franco Lenarduzzi.
“Abbiamo sostenuto le famiglie in difficoltà, sul territorio abbiamo aperto sottoscrizioni per acquistare presidi sanitari e alimenti, la Protezione civile comunale è impegnata con il volontariato nel supporto puntuale alla popolazione nelle varie fasi della crisi, i servizi sociali ricevono continue richieste d’aiuto. Ma i fondi necessari a coprire queste spese, scarseggiano ogni giorno di più. Vorremmo aiutare le imprese e i commercianti ma senza finanziamenti dedicati non ci è possibile. Non sono arrivati nemmeno i rimborsi per le spese di benzina o pasti per i volontari della Protezione Civile”.
E continua nella sua analisi: “Servono proposte concrete. Propongo un contributo a fondo perduto di 15.000 euro a chi vuole comprare una prima casa da ristrutturare in un piccolo comune e 20.000 euro nei comuni di montagna. Ma anche che la Regione intervenga per rilanciare investimenti sul territorio e favorire le reti imprenditoriali e commerciali, senza creare differenza tra comuni più ricchi e più poveri. Senza chiedere compartecipazioni ai comuni che molti non potrebbero assicurare equamente. Non è il momento di fare operazioni d’immagine ma dare velocemente supporto alle realtà locali, le uniche che possono rilanciare investimenti sul territorio e favorire le reti imprenditoriali e commerciali”.
“La proposta di utilizzare l’avanzo di amministrazione come spesa corrente può essere un’opportunità per detassare ma non deve essere un obbligo per i comuni. Rinunciando al suo utilizzo per creare investimenti, unica azione concreta per rilanciare l’economia, si perde un’occasione per il rilancio di manutenzioni e interventi, per la ripartenza dell’economia reale. La Regione si faccia carico anche delle ulteriori spese per l’incremento degli oneri di sicurezza: questi non possono gravare sui quadri economici dei piccoli comuni e rallentare gli investimenti”, continua Lenarduzzi.
“Esiste uno strumento come la “legge Realacci”, nata per favorire e promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese, favorendo la residenza nei piccoli comuni, incentivare la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico, culturale e architettonico. Ma serve una sua piena applicazione e soprattutto un suo pluriennale finanziamento. Si sostenga l’emendamento al DDL che vuole ripartire le risorse sino ad oggi impegnate dal 2017 al 2020, ai comuni piccoli, quasi 6000. E si renda strutturale il provvedimento (oltre il 2023) dotandolo di nuove risorse. Stato e Regione siano vicini ai piccoli comuni, primi destinatari delle richieste dei cittadini. Un coordinamento istituzionale necessario e fondamentale per evitare diseguaglianze e uscire presto da questa situazione di crisi”, conclude Lenarduzzi.