“Un’iniziativa forte, con cui si fa entrare la memoria dentro la nostra quotidianità, e di cui non possiamo che essere orgogliosi”. Lo afferma Antonella Grim, consigliere comunale del Pd a Trieste e segretaria regionale del partito, presente oggi in occasione della posa delle prime pietre d’inciampo dedicate alle vittime della deportazione nazi-fascista a Trieste.
“Si tratta di un progetto in cui ho sempre creduto convintamente – sottolinea Grim – perché permette alla memoria di entrare a tutti gli effetti nelle nostre strade, nella vita di ogni giorno. E’ importante venire a contatto con le vicende, drammatiche, di chi ha sofferto l’orrore delle persecuzioni, e soprattutto permettere ai ragazzi di farlo, in modo semplice, diretto. Le pietre d’inciampo, come dice il nome stesso dell’opera, permettono di “inciampare” simbolicamente nella storia e nelle storie di vita di tanti nostri concittadini, mentre camminiamo per andare al lavoro o usciamo di casa. L’incontro con la memoria assume in questo modo un carattere di immediatezza, quotidianità, “normalità”: le stesse che il nazifascismo ha distrutto con le deportazioni”.
“Il clima pesante che si respira in questo periodo – evidenzia Grim – ci impone di celebrare la Giornata della memoria con la massima convinzione e partecipazione possibile. E guai a tollerare, soprattutto da parte di chi rappresenta le Istituzioni e riveste ruoli politici, atteggiamenti e parole che ci riportano indietro verso tempi bui della nostra storia”.
I luoghi dove sono state installate le pietre
Via San Francesco 19
Luogo di lavoro di Carlo Morpurgo (Trieste, 1890 – Auschwitz, 1944).
Piazza Giotti 1
Abitazione della famiglia Berger/Montanari: Eugenio detto Giacobbe Berger (Pecs, 1867 – Auschwitz, data ignota), la moglie, Adele nata Rumpler (Budisov, 1879 – Auschwitz, data ignota), il nipotino Alberto Montanari (Trieste, 1936 – Auschwitz, data ignota).
Piazza della Borsa 4
Abitazione della famiglia Marcheria: Ernesto (Trieste, 1898 – Auschwitz, 1944), la moglie Anna nata Nacson (Corfù, 1903 – Auschwitz, 1943), i figli Giacomo (Trieste, 1926 – liberato a Dachau), Raffaele (Trieste, 1927- Auschwitz data ignota), Ida (Trieste, 1929 – liberata a Ravensbrück) e Stella (Trieste, 1930 – liberata a Ravensbrück).
Piazza Cavana 3
Abitazione della famiglia Vivante: la madre Sarina nata Salonicchio (Corfù, 1891 – Bergen-Belsen, 1945) e i figli Giulia (Trieste, 1916 – Bergen-Belsen, 1945), Ester (Trieste, 1918 – Bergen-Belsen, 1945), Enrichetta (Trieste, 1921 – Bergen-Belsen, 1945), Moise (Trieste, 1925 – Bergen-Belsen, 1945) e Diamantina (Trieste, 1928 – liberata a Bergen-Belsen).