Un calendario, ‘Apoteosi dell’Inenarrabile’, firmato da un avvocato del foro udinese, non è passato inosservato. Suscitando polemiche e finendo anche sotto la lente dell’Ordine professionale.
Le prime a scendere in campo sono state le donne della Cisl Friuli Venezia Giulia che, in una nota, hanno indicato la loro “durissima presa di posizione contro il calendario. Immagini, quelle pubblicate, che esprimono un imbarazzante degrado culturale. Stupisce fortemente che alcuni uomini, che dovrebbero essere dei professionisti siano potuti scadere a un livello così basso di volgarità, mettendo in mostra organi femminili che nulla raccontano se non una oscena mercificazione della parte più intima delle donne, senza rispetto alcuno”.
“Non si tratta di essere moralizzatrici, ma di separare ciò è artistico o erotico, da ciò che, invece, esprime soltanto una fallita prova di virilità e un maldestro desiderio di visibilità”, conclude la nota Cisl.
Una lettera “aperta ma risoluta, senza se e senza ma”, è poi arrivata dalla presidente della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna (Crpo Fvg), Dusy Marcolin, che ha scritto al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Udine in merito al calendario “dai contenuti quanto meno osceni”.
“La Commissione regionale pari opportunità tra uomo e donna – si legge – ha avuto modo di prendere visione della locandina di presentazione di un calendario predisposto dall’avvocato Piero Colle, iscritto all’Ordine di Udine. Per di più tale ‘prodotto’ sarà presentato da un già presidente dell’Ordine degli avvocati di Udine, Enrico Bulfone. Superfluo sottolineare la volgarità dell’immagine di cui alla locandina attestante, altresì, l’assoluto disprezzo nei confronti della donna”.
Sempre per la presidente, “non è possibile in alcuna maniera classificare tanta volgarità come ‘rappresentazione erotica’. Duole constatare quanto sopra, in particolare con riferimento ad una categoria professionale che più che mai dovrebbe essere schierata dalla parte delle tutele di genere e a contrasto di ogni forma di violenza, anche morale, consumabile pure a mezzo di immagini”.
“Sarà dovere del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Udine assumere ogni iniziativa tesa a una condanna senza riserve dell’indegno spettacolo offerto da un vostro iscritto. Va da sé che, tra tali iniziative del Consiglio, non potranno mancare anche quelle di natura disciplinare, atteso come debba ritenersi violato il principio di dignità e decoro che sempre deve essere rispettato dagli avvocati”, scrive ancora Marcolin, che si dice in attesa di essere informata tempestivamente sull’assunzione del provvedimento disciplinare.
A stretto giro di posta, Massimo Zanetti, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Udine, e Pina Rifiorati, presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine, hanno replicato, sottolineando l’estraneità all’iniziativa: “L’Ordine ha sempre sostenuto progetti volti ad affermare il ruolo sociale dell’avvocato anche attraverso la valorizzazione della cultura e dell’arte, ma in questo caso l’intento, asseritamente artistico, ha quale conseguenza ineludibile la lesione della dignità della donna”.
“Il Consiglio e il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Udine stigmatizzano qualsiasi tentativo di accostare l’evento con la professione forense. L’Avvocatura friulana – anche in adempimento al proprio ruolo sociale – da tempo impegnata anche nell’affermazione della cultura del rispetto e nel contrasto alla violenza di genere, esprime sdegno e si dissocia da simili iniziative e si fa portavoce, anche in questa circostanza, dei diritti fondamentali e della dignità delle donne, quali baluardi ineludibili della società civile”.
“Da un punto di vista disciplinare, dal 2015, con l’entrata in vigore della nuova disciplina dell’ordinamento professionale, l’Organo deputato a ogni valutazione non è il Consiglio dell’Ordine, ma il Consiglio di disciplina distrettuale”, conclude la nota il presidente Zanetti.