“Affidarsi agli steward urbani per aumentare il livello di sicurezza di Pordenone affiancando la Polizia locale per il presidio del territorio può essere rischioso”. È quanto segnalano Associazione Nazionale Istituti Vigilanza Privata e Corpo Vigili Notturni, società friulana specializzata che gestisce anche la sicurezza degli edifici regionali sul territorio.
Anvip, infatti, sta aspettando risposta alla lettera inviata alla Prefettura e alla Questura di Pordenone nel luglio scorso (quando il Comune di Pordenone pubblicò la gara per individuare gli steward), categoria che – si legge nella lettera – non ha riferimenti normativi.
“Non è ovviamente in discussione l’importante obiettivo dell’Amministrazione comunale, ovvero quello di garantire maggiore sicurezza e vivibilità alla città”, commenta Claudio Moro, presidente di Anvip, “ma ci teniamo a sensibilizzare le istituzioni sulle figure professionali scelte per farlo e anche sulla base normativa su cui si basano queste delicate competenze”.
La legge n.94/2009 e il D.M. 6 ottobre 2009 hanno istituito la figura dell’addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i cosiddetti steward che, proprio per tale normativa, non possono svolgere i servizi previsti dal Comune di Pordenone. “Per quanto sia personale qualificato”, sottolinea Daniele Zorzi, amministratore unico di Corpo Vigili Notturni, “la figura dello steward si occupa solo di sicurezza passiva e ha competenze troppo limitate nella gestione delle situazioni a rischio. E’ necessario, invece, che la sicurezza attiva sia affidata a persone con esperienza, che conoscono Pordenone e il suo territorio, che sappiano gestire e mediare i conflitti e lavorare in sinergia con le forze dell’ordine chiamate eventualmente a intervenire”.
“Gli steward, infatti, non possono reagire, non hanno possibilità di difesa e non hanno una centrale operativa che risponda immediatamente alla richiesta di intervento: tutte caratteristiche che, invece, possiedono le guardie particolari giurate, oltre a tutte le competenze tecniche e l’esperienza necessarie. In più, gli steward urbani non sono una categoria prevista dalla legge, in particolare da D.M del 6 ottobre 2009 che, parlando solamente di steward, ne definisce chiaramente anche gli ambiti operativi (Art. 4) che sono molto limitati: nei luoghi aperti al pubblico dove si effettuano attività di intrattenimento e di pubblico spettacolo, nei pubblici esercizi, in spazi parzialmente o temporaneamente utilizzati a fini privati, ma comunque inseriti in luoghi aperti al pubblico”, conclude la nota.