“La progressiva perdita o alienazione di asset strategici della Regione Friuli Venezia Giulia è motivo di preoccupazione. La forza di un territorio è fatta di sinergie ma anche di capacità di controllo e direzione in materia di insediamenti produttivi, finanziari e infrastrutture strategiche. Il passaggio in mani padovane della Dolomia può avere ragioni industriali ma segna la perdita di un tassello d’eccellenza, così come su un altro piano non può lasciare indifferenti la volontà di un istituto altoatesino di acquisire il controllo dell’ultima banca autonoma del Friuli Venezia Giulia”. È la riflessione della presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, a seguito dell’annuncio del passaggio fuori dal territorio regionale di realtà industriali e bancarie radicate nel Friuli Venezia Giulia.
“È il mercato che ha una sua giusta libertà ma – puntualizza Serracchiani – il pubblico non ha solo il ruolo di spettatore acquiescente, come verifichiamo anche in vertenze e scambi azionari addirittura tra partecipate di Stati europei, in cui le istituzioni hanno un ruolo”.
“Un ulteriore impoverimento dell’iniziativa regionale – aggiunge la capogruppo dem – sembra emergere dalle posizioni del vertice di Autovie, anch’esso individuato fuori regione e in dichiarata contraddizione con gli indirizzi regionali e nazionali. Assommati a un laissez faire generale nella tempesta perfetta di crisi e pandemia, questi sono elementi – conclude Serracchiani – che inducono a esercitare un’attenzione più serrata su una regione la cui forza e autonomia sono valore per il Paese”.
“Il fatto che numerose aziende di ogni dimensione, dalle più piccole alle multinazionali, abbiamo deciso di scegliere, in questi ultimi anni, il Friuli Venezia Giulia per investire ulteriori risorse e creare nuovi posti di lavoro dovrebbe essere un’ottima notizia per la comunità regionale. Non è così invece per l’ex presidente di Regione, per la quale i dati ufficiali sulla crescita del Pil in Fvg (superiori alla media italiana) e all’export (+27% nel 2021) evidentemente rappresentano elementi non sufficientemente convincenti per sottolineare il cambio di passo del territorio”, replica il deputato della Lega Massimiliano Panizzut.
“Meglio una cieca opposizione ideologica, sparando a zero sulla Giunta Fedriga attribuendole responsabilità non proprie o, peggio ancora, competenze non proprie. Capita così che, nel pentolone, Serracchiani inserisca il tema di Autovie, lamentando la nomina di un presidente da fuori regione, quando lei per prima aveva nominato un manager ligure per il medesimo incarico. Del tutto fuori luogo appare infine la lezioncina impartita sull’asserito ‘ruolo di spettatore acquiescente del pubblico’ da chi, pur evidentemente senza responsabilità dirette, ha assistito passivamente al doppio crack Coop e Coopca: episodi che hanno messo in grave difficoltà migliaia di famiglie, che solo grazie all’Amministrazione Fedriga hanno ricevuto adeguato ristoro”, conclude Panizzut.