“Un suicidio in carcere di un giovane di poco più di 20 anni è un fallimento per tutta la società. Quanto è avvenuto a Udine l’altro ieri è gravissimo. Ormai da anni la prigione di Udine è sovraffollata ed è ben nota la mancanza di personale nelle carceri italiane, soprattutto di operatori per il sostegno psicologico e psichiatrico. Le persone psicologicamente più fragili e bisognose sono proprio quelle che finiscono più frequentemente in cella di isolamento. Quanto è avvenuto a Udine è quindi è stata una dinamica tragicamente molto frequente e ben nota”. Così Furio Honsell, consigliere regionale di open Sinistra Fvg.
“La protesta avvenuta ieri, nella quale i detenuti hanno urlato e fatto udire a chi passava nella zona di via Spalato il loro profondo disagio – prosegue Honsell -, non deve essere sottovalutata. Come diceva Adriano Sofri, anche se in carcere non c’entriamo, in realtà c’entriamo tutti. Carceri inadeguate che non offrono programmi di rieducazione efficace non possono che aumentare, come avviene, la recidività e la reiterazione dei reati”.
“Concludo ulteriormente addolorato, notando che non conosciamo nemmeno il nome del detenuto che si è suicidato. Nemmeno di fronte alla morte, ha avuto dignità. Sì è affrancato dal mero numero che è stato in tutta la sua breve vita, solamente per diventare un altro numero, tremendo: il 74° suicida nelle prigioni italiane nel 2022”.
“Un fatto grave e triste, che fa scoppiare nuovamente il bubbone delle condizioni nelle nostre carceri, tra sovraffollamento e carenza di personale”. Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, facendo riferimento al recente suicidio di un detenuto a Udine. “Le difficoltà del sistema carcerario le conosciamo da tempo e purtroppo tornano di attualità quando succedono eventi drammatici come quello di lunedì scorso – sottolinea la portavoce pentastellata -. Dall’inizio dell’anno sono 76 i suicidi nelle carceri italiane: un dato drammatico”.
“Presenteremo una mozione da discutere in Consiglio regionale – conclude Dal Zovo -, in cui chiederemo alla Giunta regionale da una parte l’impegno a far valere le proprie competenze in tema di formazione, percorsi di inserimento nella società e figura del Garante, dall’altra di attivarsi presso il Governo perché renda migliori le condizioni di detenzione e rieducazione”.