La Regione non solo non si è fermata, ma ha appena stanziato i fondi per muovere il primo passo concreto verso la regionalizzazione delle derivazioni idroelettriche. Lo conferma l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro, che intende procede il più speditamente possibile dopo lo stop causato dall’emergenza sanitaria.
Ci sono forti richieste dal territorio perché la Regione approfitti dell’occasione fornita dalla normativa nazionale e decida di gestire direttamente le concessioni e le grandi derivazioni. Cosa pensate di fare? “La nostra decisione di andare avanti su questa strada è dimostrata dallo stanziamento di duecentomila euro per l’istituzio
ne dell’Agenzia regionale Friuli Venezia Giulia Società elettrica che, alla scadenza delle concessioni sulle grandi derivazioni, provvederà a prendere in carico gli impianti e a gestirli direttamente”.
A quale modello farete riferimento? “Di solito il modo migliore di procedere è imparare dai modelli che funzionano e dunque prenderemo spunto dall’esperienza alto atesina per procedere verso il traguardo di riportare a casa la gestione delle risorse idriche”.
Nel frattempo, resta il problema dell’assalto ai corsi d’acqua a colpi di piccole centrali, che sta suscitando molte preoccupazioni sul versante della tutela ambientale. Qual è la sua posizione?
“Mi sembra evidente che le nuove derivazioni impattanti sul territorio semplicemente non vadano più autorizzate. Per quanto riguarda invece le derivazioni esistenti, se ammodernate e rese efficienti e a patto che sia garantito il deflusso minimo vitale, possono continuare a lavorare. Nella nostra regione possiamo contare su corsi d’acqua ancora di grande pregio e, nonostante la siccità invernale che ha provocato una certa carenza, sempre con una buona portata”.
Alcuni lamentano lo scarso rispetto delle norme sul Deflusso minimo vitale. “Non mi risulta, ma se ci dovessero essere segnalazioni in tal senso, le verifiche non mancheranno. Semmai, a preoccuparmi in materia di corsi d’acqua, in particolare dell’Isonzo, non è tanto il rispetto del Dmv da parte dei nostri derivatori, quanto il comportamento dei vicini sloveni che non sempre garantiscono la dovuta attenzione alle acque che poi arrivano in Italia. Ai nostri fiumi ci teniamo ed è per questo che, intendiamo creare un gruppo di lavoro con il quale portare avanti il progetto per includere sorgenti del Piave e Tagliamento nel patrimonio Unesco”.