“Il Sindaco Martines, in qualità di Presidente della conferenza dei Sindaci, privo di mandato dell’Assemblea e senza nessuna comunicazione ai Sindaci che dovrebbe rappresentare nella loro totalità, chiede di visitare l’Ospedale di Latisana per verificare la sicurezza del Punto Nascita. Un atteggiamento grave e scorretto. Si utilizza un ruolo istituzionale per compiere azioni politiche”, attacca il sindaco di Latisana, Daniele Galizio, sostenuto anche dai primi cittadini di Monfalcone, Gorizia, Lignano, Aquileia, Ronchis, Palazzolo, Precenicco, Muzzana, Marano, Rivignano Teor e Pocenia.
“Diffidiamo Martines dall’intraprendere azioni di questo tipo e per questo lo chiameremo a rispondere delle sue azioni davanti alla Conferenza dei Sindaci dell’ex Aas2. Siamo, inoltre, sbalorditi dal fatto che si metta in discussione la sicurezza di un presidio ospedaliero, quando le risposte che confermano la sicurezza stessa sono già state fornite dall’azienda. Crediamo che il sindaco Martines, con questi comportamenti, dimostri di giocare una partita politica utile non a beneficio della sanità della nostra regione ma a distruggere le conquiste e i miglioramenti raggiunti per il bene dei nostri cittadini”.
“Chiediamo quindi che il Sindaco in qualità di Presidente si attenga scrupolosamente alla sua funzione, senza travalicare ruoli e compiti che nessuno gli ha assegnato e che in questo caso disconosciamo”, conclude la nota.
“Un’azione politica è chiudere un Punto nascita che funziona e ha i numeri per fornire sicurezza e qualità di servizio e aprirne un altro solo per soddisfare interessi politici di parte, senza dare motivazioni ma nascondendosi solo dietro a sotterfugi politici. Un Punto Nascita riaperto senza accreditamento (del quale non conosciamo ancora i risultati) e che non avrà i numeri per fornire sicurezza a mamme, nascituri e personale medico”. Questa la risposta di Francesco Martines al collega Galizio.
“Non capisco che problemi ci siano nel permettere al sottoscritto, e a tutti i sindaci interessati, i cui cittadini rientrano nel bacino dell’Azienda Sanitaria 2 Bassa Friulana Isontino, di fare un sopralluogo nei reparti dei due punti nascita in questione: Palmanova ormai chiuso e Latisana riaperto. Siamo i primi responsabili della salute dei nostri cittadini. Lo stesso Galizio dovrebbe essere il primo a richiedere un sopraluogo per accertarsi che tutto sia a norma di legge, che ci siano tutti gli elementi di sicurezza per l’operatività. Parole così forti da parte degli esponenti del centrodestra mi fanno solo sospettare che ci sia ben altro da nascondere. Un diktat arrivato direttamente dai vertici politici del governo regionale, che alcuni sindaci sono costretti, loro malgrado, a fare proprio per questioni di casacca. Vogliono impedire che tutti i cittadini sappiamo come stanno veramente le cose? Se è tutto a posto e nulla devono nascondere, che problema può causare una visita di un’ora di alcuni rappresentanti del territorio”, prosegue Martines.
“L’Assemblea dei sindaci dell’Ambito Sociale Agro Aquileiese, più di un mese fa, con decisione unanime, (presente anche il Comune di Aquileia) ha chiesto di effettuare un sopralluogo ai due Punti nascita. Nonostante nuovi solleciti, la risposta da parte della dirigenza aziendale tardava ad arrivare. Preso atto di ciò ho richiesto, ai sensi dell’articolo 9 del Regolamento (il punto sub 6 di detto articolo fu voluto mi ricordo allora proprio dalla collega Anna Maria Cisint) di poter fare questo sopralluogo. Nessuna usurpazione di ruoli: ogni componente della Conferenza dei sindaci ha diritto di ottenere dall’AAS nr.2 tutte le informazioni e dati riguardanti l’attività della stessa. Io, oltre ad essere Presidente, ne sono anche un sindaco componente”.
E conclude Martines: “Vorrei ricordare alla collega Anna Maria Cisint di quando i giornali riportavano sue incursioni nei reparti dell’ospedale di Monfalcone denunciando disfunzioni e carenze. Non mi sono mai permesso di criticare quel comportamento: lei, come me adesso, svolgeva semplicemente e giustamente il suo compito di sindaco preoccupato per la salute dei cittadini, invocando magari anche quello stesso Regolamento”.