“Quella di genere non è una questione secondaria”, affermano, nella Giornata internazionale della donna, i consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli. “La situazione che stiamo vivendo sta acuendo le disuguaglianze di genere e rendendo la società in generale meno inclusiva”.
In base all’Indice sull’uguaglianza di genere 2020, curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), mantenendo il ritmo attuale, mancano almeno ancora 60 anni prima che l’Unione Europea possa raggiungere la completa parità, che è il quinto dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, definita dalla Nazioni Unite. Ma la pandemia di Covid-19 ha allontanato la meta, poiché sono le donne a pagare il prezzo più alto per l’impatto economico e occupazionale – dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne; soltanto nel mese di dicembre 2020, su 101 mila nuovi disoccupati, 99 mila sono donne (dati Istat) – e per le ripercussioni legate alla gestione dell’emergenza sanitaria nelle famiglie, dall’assistenza agli anziani a quella ai minori, che hanno amplificato disuguaglianze già esistenti. Sul lavoro, fragili per via dei contratti precari e impiegate in settori che più di altri stanno subendo le conseguenze dell’emergenza, e in famiglia, per effetto del forte squilibrio nella ripartizione dei carichi di lavoro familiare e domestico, e con lo smart working che per tante si è sovrapposto al resto dei già numerosi impegni. Senza dimenticare l’aumento della violenza domestica contro le donne per effetto delle misure di distanziamento sociale e di convivenza forzata.
“Questa crisi, pur nella sua drammaticità, rappresenta un momento di svolta, un’opportunità per ripensare il cammino da percorrere, verso un futuro sostenibile soprattutto per le donne”, concludono i due consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia.