“Invece di pensare di dare risposte ad agricoltori e allevatori il ministro dell’agricoltura Bellanova decide di regolarizzare gli immigrati clandestini, minacciando addirittura le dimissioni. Ci farebbe piacere vedere un ministro che minaccia le dimissioni chiedendo risposte per gli italiani, non per i clandestini. In soli 5 mesi gli immigrati arrivati in Italia sono aumentati del 400% rispetto allo scorso anno. In Friuli Venezia Giulia nel solo mese di aprile sono arrivate 200 persone dalla rotta balcanica. Ora grazie alla Bellanova il messaggio sarà liberi tutti. Prepariamoci ad un’invasione”, dichiarano i parlamentari del Fvg della Lega Vannia Gava, Massimiliano Panizzut, Aurelia Bubisutti, Daniele Moschioni, Raffaella Marin e Mario Pittoni.
Sul tema interviene anche il consigliere regionale del Carroccio, Alberto Budai, presidente della II Commissione, preoccupato per la situazione in cui versa l’intero comparto agricolo. “Mai ci saremmo aspettati che in un momento come questo il Governo rimettesse in campo il tema della regolarizzazione degli immigrati clandestini”.
“Mentre, solo per fare alcuni esempi, il prezzo della carne dei suini e dei conigli è crollato, così come quello della frutta e della verdura, la filiera del latte è paralizzata e la cimice asiatica mette in ginocchio le coltivazioni, il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, minaccia le dimissioni per ottenere una sanatoria che – evidenzia Budai – nemmeno chiarisce il numero dei migranti irregolari che otterrebbero un permesso di soggiorno”.
“Il ministro – aggiunge il consigliere leghista – si dovrebbe preoccupare di risolvere i problemi degli agricoltori italiani e non di spostare l’attenzione su una sanatoria che non sarà di certo la soluzione per lo sfruttamento dei braccianti e per il caporalato”.
“L’asse di Governo si sposta nettamente a sinistra, discriminando i cittadini italiani che, proprio nel momento del bisogno, non hanno avuto aiuti concreti dallo Stato. Il Governo – conclude Budai – si è purtroppo ben guardato da introdurre strumenti che facilitino le assunzioni in agricoltura, come i voucher o la possibilità di impiegare persone che hanno perso il lavoro o i cassintegrati”.