Due appelli perché anche in Friuli Venezia Giulia si realizzino nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti: in queste ore il tema della carenza di strutture in grado di lavorare i materiali di scarto sta diventando molto caldo dopo gli interventi del sottosegretario della Lega, Vannia Gava, e dell’esponente di Fratelli d’Italia Sergio Berlato.
Entrambi hanno infatti ribadito la necessità di autorizzare nuovi stabilimenti per scongiurare il blocco della filiera. Il settore sta vivendo una fortissima turbolenza anche a Pordenone, cioè la provincia italiana che esporta all’estero i maggiori quantitativi di combustibile da rifiuto.
Dopo il blocco delle importazioni di carta e plastica decretato nel 2017 dalla Cina, il sistema europeo è entrato in crisi. I Paesi del Nord Europa che accettavano i sovvalli nazionali hanno ridotto a propria volta gli ingressi e aumentato notevolmente i costi. Tanto che, più volte, il presidente della multiutility sanvitese Ambiente servizi, Isaia Gasparotto, ha messo in guardia dalla possibilità di ulteriori incrementi delle tariffe.
“Il Nucleo ecologico dei carabinieri conferma che il Friuli Venezia Giulia potrebbe diventare appetibile alle mafie in questa delicata fase” ha scritto Berlato, con un passato di assessore all’agricoltura in Veneto e vari mandati da europarlamentare. “C’è bisogno d’investimenti sul territorio. Gestire sul posto le immondizie significa ottenere guadagni e occupazione. Non possiamo più sperare che altri Paesi vengano in nostro soccorso dato che il problema riguarda tutti. Le Regioni Fvg e Veneto devono approfittare delle risorse che Bruxelles sta mettendo sul piatto per affrontare un’emergenza ormai globale”.
“In caso contrario attendiamoci altri capannoni stipati illegalmente di sostanze pericolose o dati alle fiamme nottetempo”, ha concluso il delegato di Fdi che, sul tema, si sta confrontando con l’assessore regionale Fabio Scoccimarro. Dello stesso avviso Gava, vice ministro all’ambiente, che ha contestato “i burocrati e i signori del no che bloccano ogni progetto industriale”.
“Senza un’adeguata pianificazione e nuovi impianti rischiamo di buttare in discarica il frutto di anni di raccolta differenziata”, ha scritto la leghista sacilese che, dallo scorso giugno, sta visitando decine di aziende e ha raccolto un grido d’allarme generalizzato.