Un’opportunità per il futuro della scuola e dell’università, un’occasione per accedere alle forme più alte del sapere, per estendere il bacino di utenti a costi accessibili, se non gratuiti. La didattica a distanza ha indubbi vantaggi, nonché grandi potenzialità, ma non sostituisce le dinamiche dell’incontro fisico e, se applicata su larga scala, induce a un progressivo allontanamento dal territorio di appartenenza, alle cui necessità – come nel caso dell’Università del Friuli – dovrebbe rispondere.
Senza dimenticare che la storia, la cultura, le peculiarità del territorio dovrebbero pervadere la didattica, anche quella in presenza, che sarebbe bene uscisse dalle mura scolastiche per viverlo appieno quel territorio. Sono state alcune delle sollecitazioni emerse nel corso del secondo appuntamento de “I giovedì del Patto”, la serie di eventi online settimanali organizzati dal Patto per l’Autonomia per contribuire al dibattito sulla ripresa post Covid-19 dialogando con ospiti illustri in stretta interazione con il pubblico della rete.
Protagonista della diretta, anche questa volta seguitissima, è stato Angelo Floramo, insegnante, medievista, scrittore e operatore culturale, che si è confrontato con il segretario e capogruppo consiliare del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, ed Elisabetta Basso, del consiglio direttivo del Patto per l’Autonomia, su educazione, identità, culture, vecchi e nuovi confini dopo il Covid-19.
Floramo ha parlato di “desclerotizzazione dell’istituzione scolastica con metodologie innovative e strordinarie”, la cui introduzione è stata imposta dalla pandemia di Covid-19. “La scuola viene vissuta senza tante formalità gerarchiche e ragazze e ragazzi – nativi digitali – possono diventarne davvero i protagonisti”.
Ma della “meravigliosa democraticità della didattica a distanza non tutti beneficiano. Diamo per scontato che tutti abbiano a disposizione computer, tablet, connessioni, ma non è così”, ha evidenziato Floramo. La società dell’informazione, se è vero che implementa le opportunità di sviluppo offerte dalle tecnologie digitali, mostra i suoi limiti quando omette dalla platea dei fruitori coloro che, per vari motivi, non hanno accesso alla rete o non possiedono strumenti tecnologici.
“Servono investimenti, una politica intelligente per dotare tutti delle medesime opportunità. Si è cercato di supplire con la buona volontà a questo deficit, ma non può bastare. Guai se la scuola diventa esclusiva a causa del divario tecnologico o digitale”.
Dopo il climatologo Luca Mercalli e Angelo Floramo, un altro nome prestigioso animerà il prossimo appuntamento con “I giovedì del Patto”, che, il 21 maggio, ospiteranno Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, noto anche come autore e personaggio televisivo.