Dibattito acceso, al Consiglio comunale di Ronchi dei Legionari, attorno alla proposta, poi passata con i soli voti della maggioranza, di non applicazione dello “stralcio parziale” dei debiti di importo residuo fino ai mille euro, affidati ad Agenzia entrate-riscossioni (ADER), dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
“La proposta, ampiamente pubblicizzata e discussa nell’apposita commissione consiliare – ha detto l’assessore alle finanze, Enrico Papais – trova la propria giustificazione nel fatto che lo stralcio comporterebbe evidenti ripercussioni sulla situazione economico-finanziaria dell’ente. Dopo un approfondito confronto con l’Agenzia delle entrate e riscossioni, siamo giunti all’esatta quantificazione dell’importo che potenzialmente potrebbe essere oggetto di stralcio qualora tale proposta non venga approvata, ovvero 33.425,25 euro. Risorse economiche importanti, dunque, che, se recuperate, potrebbero rappresentare un importante aiuto per garantire servizi migliori alla cittadinanza”.
Un’analisi e una quantificazione che hanno dato corpo a vivaci polemiche. Anche perché si era parlato di 300mila euro, cifra, secondo alcuni, di una finzione mediatica.
“Siamo davvero molto sorpresi dalla superficialità con cui la giunta, l’assessore, gli uffici ed il collegio dei revisori – ha detto Alessandra Marocco (Lista Civica Borgia) – hanno trattato questo argomento. Alla fine, cari consiglieri, siamo noi a dover votare, ad assumerci la responsabilità personale, di natura etica, tecnica e politica di questo atto. Senza un dato certo, assumetevela voi, non noi, la responsabilità di votare un atto al buio. La banalizzazione del tema non è opportuna né in Commissione né in questa Assise. Ci chiediamo allora, come possiamo addivenire ad un convincimento approfondito di tali aspetti, da esplicarsi in un voto consapevole, se ci vengono omessi del tutto i dati finanziari di bilancio implicati da questo provvedimento. Si parla di quali cifre?”.
Marocco, nel suo intervento, ha messo in luce le tante carenze di un atto formatasi solo per atteggiamento politico e senza dati certi. “Dalla proposta trasmessa ai consiglieri – ha aggiunto Paola Conte (Insieme per Ronchi) – non risulta alcuna analisi approfondita del reale mancato introito per sanzioni e interessi, importo che verrebbe a incidere sul bilancio comunale. La proposta è mancante di almeno una tabella allegata da cui si doveva evincere che lo stralcio, seppur parziale, avrebbe inciso in modo significativamente negativo sul bilancio dell’ente”.
Sara Bragato (Ronchi 2030), motivando il suo voto di astensione, ha chiesto di conoscere quale sia la fascia sociale colpita dal provvedimento, mentre Boris Dijust (Noi con l’Italia) e Massimo Di Bert (Ronchi Nuova Era) hanno parlato di scelte ideologiche e non funzionali. A difendere l’operato dell’esecutivo il presidente della commissione finanze, Savio Cumin.