Parrocchie e comune di Ronchi dei Legionari si sono incontrati, qualche settimana fa, per discutere, anche grazie all’ultima lettera pastorale dell’arcivescovo di Gorizia, monsignor Redaelli, sulla testimonianza che la Chiesa può dare alla realtà civile urbana. La questione sottoposta dall’arcivescovo è risultata essere la domanda chiave per dare senso all’incontro avvenuto alcune settimane fa. Tra i presenti al pubblico incontro il sindaco Livio Vecchiet, il vicesindaco Paola Conte, alcuni consiglieri comunali, gli operatori pastorali e i parroci don Lorenzo Boscarol e don Umberto Bottacin con il vicario cooperatore don Mirko Franetovich. L’intervento di apertura è stato affidato al sindaco il quale ha posto le questioni sociali al centro della sensibilità dell’amministrazione comunale. L’assistenza in ambito sociale, gli anziani e le ‘piaghe’ sociali giovanili – droga, vizio del gioco e problemi adolescenziali – hanno infatti accomunato sempre più spesso l’azione pubblica e quella pastorale. Sembra che la ‘simbiosi’ tra comune e parrocchia rappresenti quel ‘fare rete’ risolutivo e che rafforza due dimensioni – solo apparentemente – differenti. Molti i punti di forza evidenziati all’incontro: la collaborazione tra servizi sociali e Caritas, la presenza degli scout Ronchi1 ad alcune iniziative e manifestazioni e le responsabilità educative ricoperte dalle suore della parrocchia Maria Madre. Un dato rilevante e in un certo senso indicativo di preoccupazione è questo: circa il 2.5% del bilancio comunale pari a circa 2 – 3 milioni l’anno, è destinato a coprire i costi sociali. Vale a dire occuparsi delle situazioni di difficoltà e di sofferenza. Da questa ‘alleanza’ che si concretizza in proficua collaborazione, è stato sottolineato che la Chiesa ‘parla’ anche fuori dai luoghi puramente sacri: nelle case, nel disagio e nel dolore, nel lavoro e nella politica. Restituire fiducia, non lasciare spazio alla paura, favorire l’integrazione e la convivenza, riscoprire ‘le periferie’ cittadine e parlare ai giovani per il futuro in una società seriamente inclusiva. Queste sono state alcune delle considerazioni portate al vaglio del consiglio comunale, ma la ricchezza di altri temi analizzati non è mancata. I deboli della comunità al centro dell’azione pastorale e politica, la verifica d’insieme delle tematiche urgenti lavorando ad un osservatorio sul mondo del lavoro, il monitoraggio di amministrazione e Caritas sulle situazioni critiche in città, la cura dell’ambiente per arginare il degrado urbano con azioni mirate di riqualificazione, l’apertura di una riflessione sull’abbandono delle case e il sostegno al mondo della solidarietà e dell’associazionismo che è portatore di valori di crescita ed è capace di sensibilizzare e responsabilizzare gli individui di una comunità.
Ronchi, incontro tra realtà civile e religiosa
Serata per definire le linee guida comuni e la sinergia tra le realtà
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