Il voto della Camera, che ieri ha sancito il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia non ha sopito le polemiche, come aveva chiesto la Presidente Debora Serracchiani, commentando con soddisfazione la conclusione dell’iter parlamentare. Dal Veneto, infatti, monta la protesta. Con in prima linea il Presidente Luca Zaia, preoccupato per l’effetto domino che questa decisione potrà generare. “Alla richiesta di maggiore autonomia – commenta Zaia – si è scelto di rispondere con un’amputazione. Ma così ci saranno altre Sappada, da Cortina d’Ampezzo a Cinto Caomaggiore. E non mi stupirei – continua il Presidente del Veneto – se anche Jesolo chiedesse di passare al Trentino. Quello che mi preme sottolineare è che tutti continuano a parlare di questione identitaria quando è chiaro che, in questa fuga, c’è una forte connotazione economica. Altrimenti – spiega ancora Zaia – non si spiegherebbe perché i sappadini ci abbiano sempre chiesto maggiori risorse e investimenti. O perché le richieste di passaggio riguardino solo Fvg e Trentino Alto Adige. Io rispetto lo strumento referendario – continua il Presidente – ma credo che, rispetto a 10 anni fa, molto sia cambiato. A cominciare da quanto è accaduto lo scorso 22 ottobre, con quasi 2 milioni e mezzo di veneti andati alle urne per chiedere l’autonomia”.
Su un possibile ricorso costituzionale, Zaia risponde che non si pone il problema. “Il vero punto – conclude – è capire dove vogliamo andare a parare”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo di Forza Italia alla camera, Renato Brunetta, che ieri ha parlato di una brutta pagina di storia della democrazia. “E’ stata messa in atto una forzatura ingiustificata” ha detto Brunetta. “Per questo Forza Italia si è astenuta. Scriveremo al Capo dello Stato per chiedere di non firmare la legge appena votata, rimandando il provvedimento alle camere per difendere la costituzione”.
POCHE CHANCE PER UN RICORSO DEL VENETO
L’approvazione alla Camera del disegno di legge per il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia, potrebbe non aver messo la parola fine alla questione che, da 10 anni, tiene sospesa la comunità sappadina che, tramite referendum, si era espressa in massa per tornare in Fvg. Il Veneto, infatti, potrebbe presentare ricorso contro la legge approvata dai due rami del Parlamento e ora in attesa di ratifica da parte del Presidente della Repubblica e della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
“Il ricorso costituzionale – spiega la professoressa Elena D’Orlando, docente dell’Università di Udine di Diritto regionale italiano ed europeo e di diritto amministrativo – può avvenire tramite due canali. La regione può impugnare una legge statale perché lesiva delle sue prerogative oppure può essere un giudice che, attraverso il cosiddetto ‘ricorso incidentale’, solleva questioni di incostituzionalità nell’applicazione di alcune parti della legge, ad esempio sotto il profilo amministrativo. A mio parere – continua D’Orlando – entrambe le strade sono difficilmente precorribili. Il consiglio regionale veneto, infatti, si è impuntato sulla mancanza di un suo formale parere che, però, aveva già formulato tramite una mozione sull’argomento nel 2012. Insomma, non è facile individuare degli appigli per un’eventuale ricorso, ma non mi sento di escludere a priori questa possibilità”.
La questione Sappada, insomma, potrebbe non essere ancora finita….