Rimane urgente e prioritaria la situazione del comparto scolastico nazionale e regionale in Friuli Venezia Giulia e Fratelli d’Italia, per voce del Consigliere regionale Alessandro Basso, esprime preoccupazione in merito alla nuova intesa stipulata tra il Miur e le OOSS della scuola in materia di reclutamento e abilitazione del personale docente.
Il nuovo accordo esclude i docenti “precari” che insegnano nelle paritarie dalla partecipazione alle procedure riservate di abilitazione. La scelta di un concorso straordinario per rispondere alla carenza di personale docente nelle scuole secondarie riservata al personale che per 3 anni scolastici abbia svolto per ciascun anno 180 giorni complessivi di servizio, risulta essere iniqua per chi ha maturato servizio nei percorsi IeFP attuati dalle Regioni esclusivamente con pubblici finanziamenti e nelle scuole paritarie.
“Siamo intervenuti più volte nei mesi passati come Gruppo consiliare e come partito – sottolinea Basso – interessando il Miur grazie al lavoro di dialogo e proposta del Senatore Luca Ciriani, affinché venissero attivati al più presto i percorsi abilitanti ordinari e che Governo e Parlamento, nell’approvare le regole dei percorsi riservati prevedessero l’accesso alle medesime anche ai docenti che lavorano nelle 2200 scuole secondarie paritarie”.
L’istanza e l’urgenza sono state subito accolte dal senatore Ciriani, il quale ha presentato un’interrogazione al ministro Fioramonti al fine di trovare una soluzione definitiva che tuteli in primis gli studenti ed il loro diritto allo studio, predisponendo un’idonea procedura concorsuale abilitante con graduatoria ad esaurimento, al posto del reclutamento tramite PAS e CFU, che contemperi il rispetto dei pari diritti con i docenti che hanno conseguito l’abilitazione attraverso altri percorsi previsti dalla normativa vigente. “Chiediamo – spiega Ciriani – un ripensamento organico dei percorsi strutturali di abilitazione, che permetta ai giovani laureati di sapere con certezza quali sono le strade da seguire per poter essere riconosciuti come docenti”.