Una rappresentatività democratica sempre più concreta, semplificazione e cooperazione legislativa, lo sviluppo di intergruppi composti da europarlamentari, la massima sinergia con Enti e realtà territoriali, necessità di potenziamento della sede di rappresentanza a Bruxelles. Questi alcuni degli elementi più rilevanti per far aumentare il peso del Friuli Venezia Giulia a livello internazionale emersi oggi a Trieste, in Aula, nel corso della Sessione europea affidata alla V Commissione presieduta da Diego Bernardis (Lega). Fra una settimana, dalla stessa Commissione dovrà uscire la proposta definitiva che il Consiglio regionale si ritroverà ad esaminare il giorno dopo, martedì 23 giugno, prima di inviarla a Roma con vista Bruxelles.
Le audizioni odierne hanno riguardato gli europarlamentari eletti in Fvg, Elena Lizzi, Marco Dreosto e Marco Zullo, con la Giunta Fedriga rappresentata dall’assessore alle Risorse agricole, Stefano Zannier, mentre la collega delegata a Cultura e Sport, Tiziana Gibelli, era ospite in videoconferenza. Hanno completato l’ordine del giorno gli interventi di Dorino Favot e Franco Brussa, rispettivamente vertici regionali dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e dell’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Aiccre).
“È la prima Sessione europea per questo Consiglio regionale, forte di un’intensa attività sul versante delle politiche dell’Unione – ha esordito in sede di presentazione il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin – che diventa ancor più efficace grazie alle presenza del governatore Massimiliano Fedriga e mia nel Comitato delle Regioni Ue”.
“La Regione Fvg è determinata a portare la volontà dei cittadini sui tavoli dove si discute del futuro dell’Ue. Riteniamo sia ormai urgente modificare i Trattati europei, poiché la mancanza d’iniziativa legislativa del Parlamento Ue rappresenta un grave vulnus alla rappresentanza democratica. Se vogliamo che l’Europa delle banche diventi l’Europa dei popoli – ha specificato il presidente del Consiglio Fvg – è necessario che i rappresentanti eletti dai cittadini abbiano il potere di decidere delle priorità politiche di un’Europa che, a sua volta, deve diventare luogo di rappresentanza democratica ed espressione delle identità e delle autonomie regionali europee”.
“Si rende necessario un cambio di passo, tuttavia, anche nella mentalità normativa italiana. Un esempio è la semplificazione legislativa a fronte di una sovraregolamentazione che soffoca imprenditoria e società civile. In questo, il Fvg può giocare un ruolo attivo grazie alla potestà legislativa esclusiva con rango di legge costituzionale. Altro ambito di intervento – ha auspicato infine Zanin – è legato alla necessità di ripensare le politiche in chiave di macroregione: la vicinanza con i territori di Austria e Slovenia richiede di affrontare problemi comuni con strumenti comuni come i Gruppi europei di cooperazione territoriale (Gect), passando infine alla cooperazione legislativa”.
Il presidente della V Commissione, Bernardis, dal canto suo ha definito il percorso in atto come “una sintesi tra la fase ascendente e quella discendente. Riflessione e confronto su quanto fatto dalla Regione Fvg in termini di adeguamento agli obblighi europei (discendente) e ciò che, invece, intende fare in base alle iniziative presentate dalla Commissione europea nel suo programma di lavoro annuale in materia dei settori di competenza regionale (ascendente). Alla fine delle attività della Commissione, la risoluzione verrà perfezionata attraverso un’ulteriore seduta in programma lunedì prossimo e poi sarà presentata all’intero Consiglio che, una volta ratificata e votata, la invierà a Roma”.
“La Giunta Fvg – ha precisato Bernardis – si è già espressa con una delibera di generalità e sono state individuate le iniziative di interesse regionale nel programma di lavoro della Ce per il 2020”.
“Questa materia – ha esordito l’assessore Zannier – lascia spesso alcune difficoltà di interpretazione in merito all’effettiva utilità delle azioni che noi stessi portiamo avanti. Il punto cruciale è costituito dalla necessità che la legislazione europea sia concretizzata da coloro che sono stati eletti e che, pertanto, non devono risultare solo dei comprimari in una struttura che poi gestisce secondo basi legislative e giuridiche incomprensibili. Serve – ha concluso – il coinvolgimento del territorio nella fase legislativa, ottenendo una spinta dal basso che imponga doverosi obblighi e riferimenti per chiunque si trovi a legiferare”.
“Siamo più un consorzio che una confederazione, mentre il ruolo dei parlamentari europei non è ancora completo. Ecco perché dobbiamo far pesare la rappresentatività democratica e renderci protagonisti di iniziative di peso. Sul rischio Covid-19 siamo rimasti inascoltati. In seguito, la presidente ha chiesto scusa agli italiani, ma chissà cosa sarebbe potuto accadere se le nostre grida fossero state ascoltate al momento giusto, come invece accaduto in Regione e in Italia”, ha detto Lizzi, nel corso della sua audizione.
Archiviati gli interventi del presidente del Consiglio regionale Zanin, del presidente della V Commissione Bernardis, e dell’assessore Zannier, la relazione dell’onorevole Lizzi è risultata piuttosto articolata ed esaustiva. Tra le criticità evidenziate emerge “la richiesta da parte della Commissione europea (Ce) di centralizzare la Politica agricola comune (Pac) a livello nazionale. Gli eurodeputati italiani, e non solo loro, hanno espresso chiara contrarietà contro questa proposta, monitorando con attenzione le scelte politiche. La norma suggerisce che i settori agricoli dovrebbero fare affidamento solo sulle proprie forze e non offre alcuna prospettiva reale per un settore economico scosso dalla crisi”.
“Sono inoltre previsti ulteriori vincoli – ha aggiunto l’europarlamentare del Carroccio, membro della Commissione Agri – senza offrire la capacità di investire massicciamente in tecniche e percorsi con doppia performance economica e ambientale”. Lizzi ha inoltre illustrato alcuni dossier di interesse regionale dei quali è shadow rapporteur: Horizon Europe, Agenda strategica per innovazione dell’Istituto europeo di innovazione tecnologica
(Eit) e Just Transition Fund.
L’europarlamentare del M5S, Marco Zullo, ha parlato di massima sinergia con i due colleghi e ha invitato tutti a “sostenere il territorio non solo sotto il profilo legislativo, ma anche unendo domanda e offerta per avvicinare l’area a un’Europa che pare lontanissima. In tal senso – ha spiegato in videoconferenza da Bruxelles – saranno molto utili gli intergruppi di europarlamentari che si riuniscono con obiettivi comuni”.
La terza e ultima euro-audizione ha visto protagonista il leghista Marco Dreosto che ha parlato di “Ente troppo lontano da un territorio che pare abbandonato. In futuro potranno rivelarsi fondamentali realtà locali come l’Anci ma, d’ora in avanti, mi aspetto un approccio diverso da parte di Parlamento e Commissione dopo una pandemia che ha innescato un fenomeno di accelerazione rispetto un cambiamento che da tempo rivendicavamo”.
“L’Italia si è trovata spesso in difficoltà a livello europeo – ha concluso Dreosto – per mancanza di rappresentatività, anche se all’estero la considerazione per il Paese è altissima. Tuttavia, paga una pregressa e poco significativa rappresentatività a livello governativo. Le istanze dei nostri territori vanno invece portate avanti e anch’io garantisco la massima collaborazione, evidenziando che è necessario potenziare la sede di rappresentanza a Bruxelles: mail e telefonate non bastano, servono invece i rapporti diretti”.
Unità di intenti e articolate prospettive operative tra Regione e Comuni per un Friuli Venezia Giulia sempre più rappresentato e tutelato a livello di Unione europea. Con questi presupposti, la V Commissione consiliare ha chiuso la prima giornata di lavori interamente incentrati sulla Sessione europea. Il dibattito ha visto impegnati Dorino Favot e Franco Brussa, rispettivamente vertici regionali dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e dell’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Aiccre). Piuttosto impegnativo l’ordine del giorno inaugurale di un triplice appuntamento sotto la bandiera della Sessione europea che proseguirà anche domani a Udine e si concluderà nuovamente in piazza Oberdan lunedì 22 giugno, quando sarà il Consiglio regionale riunito in Aula a esaminare la proposta finale di risoluzione sul Programma di lavoro della Commissione
2020 denominato Un’Unione più ambiziosa.
Il presidente dell’Aiccre Fvg, Franco Brussa, ha esordito sottolineando “l’importanza di occasioni come queste, perché solo dal confronto si cresce, si comprende e si può migliorare. Quando si possiede un orizzonte comune come l’Europa – ha sottolineato – bisogna pretenderlo. L’auspicio è che questi momenti non diventino semplici e dovute ritualità, ma vere occasioni di confronto, perché l’Europa è sempre più presente nella vita quotidiana dei cittadini”.
Brussa ha anche sottolineato l’importanza politica e strategica legata alla presenza del governatore Massimiliano Fedriga e del presidente del Consiglio, Zanin, “nel Comitato delle Regioni all’Ue, organo voluto dal sistema delle Autonomie locali. L’Europa è meno lontana di quanto si pensi, soprattutto se sapremo farci sentire come Istituzioni. I gemellaggi possono costituire un’occasione di conoscenza reciproca, ma anche di progettazioni comuni. Ben settanta Municipalità del Fvg hanno partecipato ai nostri bandi, mentre l’ultima summer school per amministratori aveva fatto registrare un centinaio di presenze”.
Sul fronte Anci Fvg, il presidente Dorino Favot ha dichiarato il suo apprezzamento “per le importanti e trasversali tematiche approfondite. Tuttavia – il suo quesito – quale sarà l’impatto della pandemia su queste prospettive? A noi sta a cuore la ricaduta sul territorio di tutte le linee guida proposte oggi, ma come ci relazioniamo in quest’ottica di progettazione?”. Ecco, perciò, l’idea di creare “una sorta di Sportello regionale, quasi una sorta di convenzione tra Regione e Comuni del Fvg, affinché tutti possano essere messi in grado di accedere ai vari canali di finanziamento europei. Soprattutto – ha evidenziato il sindaco di Prata di Pordenone – gli Enti più piccoli e meno ricchi di personale. Inoltre, va affrontata con impegno anche la problematica del digital divide tra chi ha e chi non ha accesso effettivo e totale alle tecnologie dell’informazione”.
La discussione, sviluppatasi al cospetto anche di alcuni consiglieri non appartenenti alla V Commissione (gruppo di lavoro competente in materia di politiche europee) ma interessati al tema specifico, ha toccato gran parte dei temi legati alle politiche dell’Ue di maggiore interesse per il territorio regionale.
Il consigliere dem Franco Iacop, presente anche in veste di presidente del Comitato per la Legislazione, il Controllo e la Valutazione (Lcv), ha evidenziato “la dimensione regionale nella proiezione verso l’Ue. Bisogna cogliere questo cambiamento tra l’Europa della tecnocrazia e della democrazia partecipativa. Ci vengono offerti alcuni strumenti di partecipazione ed è importante coglierli. Momenti così non devono diventare rituali previsti dal regolamento, ma importanti prese di coscienza”. In qualità di ex componente del Comitato delle Regioni all’Ue, inoltre, ha auspicato anche lui “la semplificazione legislativa. Il post Covid-19 sarà importante per rinforzare il senso della rappresentanza democratica all’insegna della sussidiarietà”.
Al dibattito ha partecipato anche il collega di partito Francesco Russo che ha parlato di “passaggio storico avvenuto a livello di Ue: quanto successo a Bruxelles non ha precedenti. L’esperienza Brexit ha aiutato a fare scelte importanti e, se ci sarà una ripartenza, avrà il timbro dell’Ue. Il Fvg è una regione piccola ma dobbiamo far valere la sua forte presenza nelle Istituzioni, portando a Bruxelles riflessioni che altre realtà non possono fare”.
Il consigliere Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha sottolineato la necessità di “toccare punti molto concreti. Se anche solo una piccola parte dei progetti venisse realizzata, saremmo già in un mondo nuovo”. Inoltre, ha chiesto all’eurodeputata Lizzi, componente effettivo della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Mashreq, di far sentire la voce italiana sul caso Regeni. In seconda battuta, ha chiesto chiarimenti su Gorizia e la fiscalità di svantaggio alla luce del +123% nelle vendite di carburante segnalato nel maggio 2020 e del contemporaneo aumento addirittura superiore dei tabacchi per l’impossibilità di raggiungere la vicina repubblica di Slovenia.
Mauro Capozzella (M5S), riprendendo gli auspici degli europarlamentari, ha evidenziato che “quelli regionali sono tre e tutti collaborativi: quindi, un intergruppo Fvg già esiste di fatto. Ora noi dovremo essere bravi a sfruttare il vostro lavoro nel senso utilitaristico del termine e voi a fare sinergia, andando oltre i colori politici”. Inoltre, il rappresentante pentastellato ha suggerito la creazione di un’Agenzia delle entrate europee per omologare le politiche fiscali dei vari Stati. Apprezzamento per gli interventi e per i documenti presentati sono giunti anche da parte dei consiglieri Stefano Turchet (Lega) e Tiziano Centis (Cittadini).
I lavori legati all’esame delle molteplici materie collegate ai rapporti tra Italia e Ue, focalizzati sulle ripercussioni che riguardano il Friuli Venezia Giulia, proseguiranno domani mattina nell’auditorium della Regione a Udine. L’odg prevede numerose audizioni con protagonisti i rappresentanti del tessuto sociale, religioso, economico, scolastico, politico, imprenditoriale e sindacale della regione, ciascuno portando il proprio contributo su un aspetto delle politiche locali in chiave comunitaria. Tra questi, come anticipato oggi dal presidente del Cr Fvg, Zanin, anche il governatore del Land Carinzia, Peter Kaiser.