“La misura è colma”. Il Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, ha dichiarato lo stato di agitazione a causa della cronica chiusura del Distaccamento permanente di Cividale del Friuli. Si prospetta uno sciopero provinciale della categoria, che chiede la formale attivazione della procedura di conciliazione.
“Da quasi un anno – spiega il segretario provinciale Christian Fumagalli – il presidio dei Vigili del Fuoco viene chiuso troppo spesso. I 28 pompieri, assegnati come da Decreto Ministeriale alla cittadina ducale, vengono molte volte assorbiti dalla sede centrale di Udine o dalle altre sedi provinciali per sopperire la carenza di organico e svolgere attività di soccorso tecnico urgente. Abbiamo denunciato più volte la grave situazione al Comandante provinciale di Udine, Giorgio Basile, ma senza aver avuto alcuna risposta concreta per risolvere il problema”.
Damjan Nacini, segretario regionale Conapo, aggiunge che “in questi giorni abbiamo fatto il punto della situazione con il vicesindaco di Cividale, Roberto Novelli che, a sua volta, ha già presentato diverse interrogazioni parlamentari su quanto sta accadendo. L’organico regionale dei Vigili del Fuoco parla chiaro: mancano circa 200 unità e le condizioni per lavorare in sicurezza sono compromesse, così come è compromessa la sicurezza del comprensorio di Cividale”.
Nacini e Fumagalli ricordano che il Distaccamento permanente di Cividale – decretato tale dal Ministero dell’Interno – “è essenziale per garantire il soccorso tecnico urgente anche nelle Valli del Natisone. Basti pensare agli interventi causati dalla bomba d’acqua e dalla grandine di questi giorni, oppure ai ritardi nei soccorsi che si avrebbero se le squadre dovessero partire da Udine per raggiungere uno dei tanti centri abitati delle Valli. Si passerebbe, infatti, da tempi ragionevoli di circa 20 minuti se i pompieri partissero dal distaccamento a circa un’ora negli altri casi”.
I due segretari concludono facendo un appello a tutte le istituzioni “per trovare una soluzione definitiva, prima che sia troppo tardi”.