Tanto bello quanto divisivo. E’ il destino del Tagliamento, considerato da scienziati e ambientalisti un ambiente unico nel suo genere in Europa, tanto da essere oggetto anche di una raccolta di firme, per metterlo sotto la protezione dell’Unesco, che ha già toccato le 15 mila adesioni.
Per vari motivi, il corso d’acqua è al centro di forti discussioni che riguardano in particolare la messa in sicurezza dei territori prossimi al mare, senza dimenticare la spada di Damocle del collegamento viario che ora si ferma a Sequals, invocato dalle categorie economiche del Friuli Occidentale che chiedono a gran voce sia completato fino a Gemona.
L’autostrada attraverserebbe uno dei paesaggi più belli del Friuli. Mentre a dar man forte alle richieste del Pordenonese ci ha pensato il Viceministro della transizione ecologica nel Governo Meloni, la sacilese Vannia Gava, ad alzare gli scudi sono stati gli amministratori locali della parte mediana del fiume e le associazioni che da anni chiedono di tutelare il Tagliamento contro la cementificazione.
Quanto alla sicurezza delle popolazioni del basso corso, dopo il naufragio delle casse di espansione, si torna ora a discutere di traversa sulla stretta di Pinzano, ipotizzata nel Piano di gestione del rischio alluvioni e per la quale è stato annunciato lo studio di fattibilità: immediate le prese di posizione contrastanti all’interno delle stesse forze di maggioranza, a seconda del territorio rappresentato.
Incrocio pericoloso
Sul Tagliamento è in corso uno scontro tra territori, non certo tra partiti. E così, alle pressioni del mondo economico del Pordenonese per la viabilità o dei Comuni del basso corso del fiume per la sicurezza, fanno da contraltare prese di posizione da parte di amministratori e comitati dei Comuni interessati dalle opere.
Nel caso della Cimpello-Gemona, la necessità di completarla è stata espressa a più riprese da Confindustria Alto Adriatico. La Camera di Commercio Pordenone-Udine ha addirittura inserito l’autostrada tra le priorità individuate nel suo Libro bianco sulle priorità infrastrutturali. A dare loro man forte anche Gava, che ha tuonato contro chi “blocca” l’opera.
Sul fronte opposto primi cittadini e comitati dei Comuni attraversati. Marco Chiapolino, sindaco di Forgaria è chiaro: “Ci sono state varie ipotesi. Una in particolare cancellava di fatto i progetti di valorizzazione turistica sui quali investiamo da anni. L’autostrada è stata bocciata perché insostenibile, anche economicamente: il pedaggio sarebbe così alto da vanificare i risparmi possibili. Usino i fondi per calmierare i costi sull’attuale autostrada, con immediati benefici pure sulla viabilità ordinaria, invasa dai Tir per risparmiare sui pedaggi e non certo sul tempo”.
Pareri opposti anche sullo sbarramento, slegati dall’appartenenza politica, come avvenuto per le casse di espansione. Da un lato gli amministratori della parte bassa del fiume, Latisana in primis, tanto che Maddalena Spagnolo, consigliere regionale della Lega ci ha detto: “Rappresento questa parte del Friuli e ribadisco la necessità di mettere in sicurezza il nostro territorio. Il laboratorio Tagliamento ha individuato la traversa come una delle opere più adatte. E’ ora di procedere”.
Sull’altra sponda altri amministratori, pronti a ostacolare progetti giudicati superati. Leonardo Barberio, consigliere regionale di Fratelli d’Italia taglia corto: “Quando si parla di messa in sicurezza del fiume sarebbe meglio lasciare da parte proclami elettoralistici. La traversa è una semplice ipotesi. Sono state avanzate alternative meno impattanti. Lo studio di fattibilità valuterà anche altre proposte, inclusa quella che intendiamo presentare a breve”.