Una mozione urgente di Adesso Trieste, che sarà discussa lunedì 11 aprile in Consiglio comunale, impegna il Sindaco a segnalare al Prefetto la necessità e l’urgenza di revocare il suo provvedimento del 30 marzo 2022 che proroga fino al 30 aprile il divieto di manifestazioni politiche nel centro storico, in piazza Oberdan, foro Ulpiano, via Giustiniano, nel tratto inferiore di via Fabio Severo e davanti ai varchi 1 e 4 del Porto nuovo.
“La mozione rammenta che il Decreto legge 24 marzo 2022, n. 24 sulle disposizioni anti-Covid dopo la cessazione dello stato di emergenza non prevede alcuna restrizione al diritto costituzionale a manifestare. Peraltro – si legge – il perdurare della situazione pandemica impone la necessità di mantenere alta l’attenzione su tutte le necessarie misure di prevenzione del contagio, ma non può portare in alcun modo a considerare come legittime e giustificabili ulteriori restrizioni al diritto costituzionale a manifestare”.
Inoltre “il preannuncio di manifestazioni pacifiche di qualsivoglia natura non può in alcun modo essere un presupposto valido per l’interdizione preventiva di vaste aree del centro cittadino”.
“Le aree interdette alle manifestazioni politiche sono tre: 1) quella ricompresa tra via Mazzini, piazza Goldoni, via Pellico, galleria Sandrinelli, piazza Sansovino, piazza Vico, via Bramante, via San Giusto, via San Michele, via Venezian, via Cavana, piazza Hortis, via Torino, piazza Venezia, le rive tra piazza Venezia e corso Cavour, via Milano e via Carducci tra via Milano e ponte della Fabra; 2) piazza Oberdan, via Carducci tra piazza Oberdan e piazza Dalmazia, via Fabio Severo tra piazza Dalmazia e foro Ulpiano, foro Ulpiano e via Giustiniano; 3) le aree prospicienti ai varchi 1 e 4 del Porto nuovo”.
“I divieti non si applicano: 1) alle funzioni, cerimonie e pratiche religiose ed alle iniziative direttamente attinenti alle finalità di culto o promosse dagli organismi associativi delle rispettive comunità religiose; 2) agli eventi, manifestazioni, cerimonie e celebrazioni organizzati o coorganizzati da enti pubblici”.
Del tema hanno parlato oggi, in una conferenza stampa in piazza Unità i rappresentanti di Adesso Trieste, Riccardo Laterza, del Movimento 5 Stelle, Alessandra Richetti, del Pd, Caterina Conti, dell’Anpi, Renato Kneipp, del Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara, Paolo Radivo, e de La Città ai Cittadini, Paolo Angiolini.
“C’eravamo anche noi perché il divieto prefettizio impedisce anche al nostro Comitato di manifestare”, commenta Paolo Radivo del Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara. “Perché vietare solo in alcune parti della città solo le manifestazioni politiche, ma non anche quelle religiose o istituzionali? Le manifestazioni politiche violano forse il diritto alla salute, al lavoro e alla libera iniziativa economica in piazza Unità, capo di piazza, piazza della Borsa o piazza Venezia, ma non in largo Barriera o in piazza Vittorio Veneto? O si vogliono semplicemente proteggere dai cittadini i palazzi del potere? Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza affida ai Prefetti il compito di controllare ed eventualmente vietare le singole manifestazioni “per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica”. Ora che è finito lo stato di emergenza, basterebbe quindi che di volta in volta il Prefetto verificasse se una certa manifestazione annunciata ha o meno i requisiti per potersi tenere in un dato luogo anche del centro. L’art. 17 della Costituzione sulla libertà di riunione pacifica e senz’armi va ripristinato in tutto il territorio comunale, senza più pretestuose eccezioni”.