Trieste non può essere solo la città dei servizi e del commercio, ma deve consolidare e rafforzare la sua vocazione industriale sul territorio: a chiederlo con forza è la Cisl, che stamani nella sede di piazza Dalmazia, ha incontrato la vicesindaco Serena Tonel.
Un incontro, quello organizzato dal Sindacato, che ha avuto come obiettivo non solo di far conoscere alla rappresentante della Giunta alabardata, con delega all’economia, i referenti della Cisl, all’indomani del congresso, ma anche, e soprattutto, di porre le basi di un’agenda condivisa delle priorità e degli interventi indispensabili al rilancio e alla crescita della città. Punto di partenza, la logistica, con il porto di Trieste chiamato a trainare gli insediamenti industriali già esistenti e quelli che potrebbero arrivare se saranno soddisfatte in tempi celeri – ha rimarcato il coordinatore della Cisl di Trieste Gorizia, Luciano Bordin – alcune condizioni di attrattività, prime fra tutte le bonifiche dell’ex territorio Ezit.
“Apprezziamo – commenta Bordin – che la Giunta abbia bloccato nel piano urbanistico, ulteriori concessioni alle attività commerciali. Se così non fosse stato si sarebbe innescato un pericoloso dumping tra aziende, a danno dei lavoratori”.
E’, invece, la metalmeccanica, e, in generale, la manifattura, il settore su cui – per il sindacato – va spinto con decisione l’acceleratore. Se, da una parte, preoccupano i problemi concreti di aziende come Wartsila, Flex e i tempi di realizzazione del Laminatoio (ex Ferriera), dall’altra parte si deve iniziare a pensare al futuro in termini più coraggiosi. Come? Ad esempio immaginando, anche all’interno di porto vecchio, l’insediamento di aziende d’elite e di piccole industrie legate all’economia del mare, favorite dalla previsione di incentivi studiati di concerto da Comune e Regione.
O, ancora, rinsaldando il legame tra la ricerca applicata e mondo produttivo, coltivando anche settori di punta, lasciati andare negli ultimi anni, come la farmaceutica. O, infine, cercando di non perdere quel che resta, dopo la messa in liquidazione di Italcementi, della filiera dell’edilizia, ma anzi blindandola soprattutto dalle infiltrazioni mafiose, accelerando anche la condivisione delle banche dati per prevenire l’illegalità. Altra richiesta, quella della costituzione di un “polo del fresco”, che metta assieme il mercato ortofrutticolo e quello ittico, in una zona facilmente accessibile dagli operatori e dai pescherecci, ma anche dall’utenza.
Attenzione, infine, anche alle periferie e a quel quadro di nuove povertà che anche a Trieste sta prendendo una forma sempre più preoccupante e che va contrastato anche attraverso una sburocratizzazione delle procedure del Comune a vantaggio di una maggiore e migliore sinergia tra le amministrazioni pubbliche, dei servizi sociali, Comune e AsuGi.
“Ringrazio la Cisl – ha concluso la vicesindaco Tonel – per l’utile momento di confronto e reciproca conoscenza, le grandi opportunità che riguardano Trieste in questo momento richiedono la stretta e proficua collaborazione tra tutte le voci della città, istituzioni e parti sociali. La coesione del territorio e la piena condivisione degli obiettivi di crescita economica, saranno le carte vincenti per affrontare e vincere le numerose sfide che in questo momento stanno interessando la vita economica e sociale della nostra città”.