Gli studenti universitari sono pronti a scendere in piazza, a difesa del diritto allo studio nelle strutture residenziali e, più ampiamente, negli atenei della Regione.
L’appuntamento è per mercoledì 6 aprile, alle 16.30, nel piazzale antistante le case dello studente di Trieste. A organizzare il presidio i rappresentanti degli studenti presso l’Ardis, l’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio, Alessandro Sicali e Davide Rotondaro, con i rappresentanti delle case dello studente di Trieste e Gorizia e gli attivisti delle liste Studenti in Movimento, Lista AutonomaMente e Link Trieste.
“Rumori di cantiere continui, operai in camera senza adeguato preavviso, acqua corrente imbevibile e irritante per la pelle, la conversione delle lavanderie comuni da gratuite a pagamento. Sono solo alcuni dei disagi con i quali i residenti delle case dello studente di Trieste sono costretti a fare i conti da mesi”, riferiscono i rappresentati.
“Il lavoro dell’Ardis è senz’altro complesso ed è aggravato da anni di mancata manutenzione delle strutture, che le precedenti direzioni hanno perpetrato nonostante le puntuali segnalazioni degli studenti”, denuncia Sicali. “L’assenza di interventi strutturali ha fatto sì che, oggi, le misure necessarie siano così impattanti e indifferibili da rendere insostenibile la convivenza tra cantieri e residenti”.
Ma i problemi non finiscono qui. “Il culmine di questo comune malcontento – continua Sicali – è stata l’installazione delle lavasciuga a pagamento, peraltro con prezzi superiori rispetto ad altre realtà italiane. Dopo anni di disservizi, dovuti a una manutenzione intermittente dei macchinari gratuiti, lo spettro di una privatizzazione si aggirava già nei corridoi delle case. Come rappresentanti ci aspettavamo un coinvolgimento formale nell’individuazione di una soluzione; invece l’Ardis ha deciso unilateralmente di affidare il servizio a un gestore privato, per un importo stimato di oltre 150.000 euro totalmente a carico dell’utenza”.
“In altre parole, la direzione ha deciso autonomamente di far gravare sui quasi mille residenti una spesa finora inclusa gratuitamente nella retta mensile. Capiamo che l’aumento dei costi sia una realtà per l’Agenzia, così come lo è per le famiglie – conclude Sicali –, ma questa soluzione mal si concilia con la missione di agevolare gli studenti senza mezzi: riteniamo che la risposta corretta a questo tipo di difficoltà non sia una riduzione dei livelli di welfare, ma un maggiore impegno finanziario da parte dell’Amministrazione regionale”.
L’iniziativa, però, non si limiterà alla realtà giuliana, ma vuole avere un respiro regionale. “L’Ardis, l’Ente nel quale da una decina di anni sono confluiti gli ex Erdisu di Udine e Trieste, è incaricata di garantire il diritto allo studio in tutti gli enti di alta formazione del Friuli Venezia Giulia. Di recente la competenza è stata allargata anche al diritto allo studio scolastico, nonostante l’Agenzia fosse già sottorganico”, precisano i rappresentanti degli studenti.
“La manifestazione è supportata anche dal Consiglio degli Studenti dell’Università di Trieste, l’organo rappresentativo della comunità studentesca dell’Ateneo. Già nel 2012 i nostri predecessori si erano opposti quando, con la realizzazione dell’Agenzia unica, le funzioni dei consigli di amministrazione furono trasferite in mano al Direttore Generale, relegando gli studenti a una mera funzione consultiva”, ricorda il Presidente del Consiglio degli Studenti Riccardo Formisano.
“In questo modo, il peso che possiamo avere sui processi decisionali dipende dal buon senso del direttore pro tempore. A distanza di dieci anni vediamo come, nonostante l’attuale direzione sia una delle più propense al dialogo, la comunità studentesca non sia sufficientemente coinvolta in tutti i processi decisionali”, continua Formisano. “È un nostro obbligo morale lavorare affinché i nostri successori si vedano garantito formalmente e concretamente il diritto di partecipare in modo sostanziale alla gestione dell’Ente”.
“Particolare attenzione sarà data anche alle numerose problematiche che il centinaio di residenti della casa dello studente di Gorizia ha subito negli ultimi mesi. A metà febbraio – raccontano i loro rappresentanti – sono partiti i lavori di ristrutturazione delle cucine, che l’Agenzia ha scelto di effettuare contemporaneamente in tutta la struttura, lasciandoci per più di un mese senza questo servizio. Solo dopo due settimane di cene fredde, sono stati finalmente forniti dei pasti precotti a pagamento”.
“Nel capoluogo isontino, infatti, l’unico punto di ristoro convenzionato per gli studenti funziona solo a pranzo dal lunedì al venerdì. Pochi giorni fa, a causa di allagamenti al piano terra, gli impianti idraulici sono rimasti chiusi per più di 15 ore. Ciliegina sulla torta, dopo averci lasciato per mesi con solo una lavatrice mezza rotta, l’Agenzia ne installa una nuova, ma a pagamento”, concludono i rappresentanti. “Siamo fortemente rammaricati dall’atteggiamento dell’Ente, che non sembra interessato a farci sentire a casa né a comunicarci in modo adeguato le scelte che ricadono sulla nostra quotidianità”.
Gli organizzatori auspicano che la manifestazione possa sfociare in un momento di dialogo e confronto allargati con la direzione dell’Ente, non solo per trovare una soluzione ai problemi contingenti, ma soprattutto per riflettere sul presente e sul futuro del Diritto allo Studio in Fvg, e di come la comunità studentesca desideri disegnarlo.