Accudire una persona che risiede in una casa per anziani significa non considerarla più come un semplice corpo cui fornire assistenza, ma come un essere umano di cui prendersi cura sia dal punto di vista biologico che piscologico e sociale. In quest’ottica assume un ruolo fondamentale il prendersi cura anche della relazione con il familiare, che diviene strumento imprescindibile nella gestione del servizio. È questo il senso di “Due chiacchiere con la psicologa”, il ciclo di sei incontri (ad ingresso libero), aperti non solo a familiari ma anche ad operatori di altri servizi e alla cittadinanza, organizzato dall’Asp Solidarietà Mons. Cadore di Azzano Decimo nella sala animazione in collaborazione con la Cooperativa sociale Itaca. Tutti gli appuntamenti saranno condotti dalla psicologa Claudia Moretto, prossimo incontro martedì 26 giugno alle 18 dal tema “Le funzioni cognitive. Cosa accade e cosa possiamo fare nel deterioramento cognitivo”, un approfondimento sulla memoria, l’attenzione, le funzioni esecutive, le abilità prassiche.
Nelle persone anziane che vivono in una struttura residenziale si può osservare una grande eterogeneità nei modi di affrontare la terza e la quarta età: così come ve ne sono alcune di serene, allegre, curiose e disponibili alla relazione, ve ne sono altre più taciturne, magari preoccupate, comprensibilmente spaventate, spaesate o finanche rassegnate. Se da una parte le ricerche indicano come la qualità di vita della persona anziana dipenda da molte variabili, dall’altra evidenziano che la qualità dell’invecchiamento dipende in gran parte dal modo in cui ciascun nucleo familiare lo affronta.
Questo passaggio socioculturale dal modello biomedico al modello biopsicosociale prevede un cambiamento di prospettiva, fatto proprio da Cooperativa Itaca e Asp Solidarietà. Vengono messi da parte i concetti di malattia e perdita di salute/abilità per puntare sull’invecchiamento attivo, che considera un approccio multidimensionale basato sul raggiungimento della più alta soglia possibile di benessere fisico, psicologico e sociale.
Un cambiamento epocale quello dal to cure al to care, dal dare cura al prendersi cura, che evidenzia come sia indispensabile porre la persona al centro, sia essa il beneficiario del servizio o il familiare. Ed è in questa prospettiva – adottata nel ciclo di incontri “Due chiacchiere con la psicologa” – che il “sistema famiglia” diventa parte attiva del processo di cura. Perché il nucleo familiare non solo è depositario di preziose informazioni, ma anche portatore del valore inestimabile della persona anziana: solo promuovendo lo scambio attivo e continuo tra familiari ed operatori si può raggiungere un buon processo nel prendersi cura.
E prendersi cura anche della relazione con il caregiver informale (familiare) prevede il far fronte ai suoi bisogni, quali soddisfare la necessità di avere informazioni sull’invecchiamento e le patologie ad esso correlate, apprendere strategie su come affrontare eventuali difficoltà con il congiunto, ricevere supporto emotivo e psicologico.
Articolato il programma degli incontri, tutti previsti alle 18 nella sala animazione dell’Asp Solidarietà Mons. Cadore di Azzano Decimo, partiti lo scorso 19 giugno con una serata dedicata all’invecchiamento fisiologico. Il 3 luglio “La comunicazione e il linguaggio” dedicato alle difficoltà di linguaggio nella persona con demenza, l’importanza di utilizzare una comunicazione efficace, come poter agevolare la comunicazione. Il 10 luglio “I disturbi dell’umore e del comportamento. Cosa sono e come affrontarli”; il 17 luglio “La vita in casa di riposo. Cosa può fare il familiare”. Concluderà il ciclo il 24 luglio “La famiglia”, reazioni all’ingresso del familiare in casa di riposo, reazioni alla diagnosi di deterioramento cognitivo, l’importanza del familiare nel sistema di cura, l’importanza di salvaguardare il proprio benessere, la relazione con gli operatori.
Info e adesioni:349 0588074 Claudia Moretto psicologa (Cooperativa Itaca).