Buone notizie per gli sportivi ‘occasionali’, quelli che rifuggono l’agonismo e al massimo si concedono una sana nuotata in piscina o un corso in palestra, stando ben lontani dalle competizioni. Da quest’anno, infatti, non è più obbligatorio il certificato medico per fare un corso di danza, di nuoto o educazione fisica a scuola, tanto meno serve un elettrocaridiogramma (ECG), come invece molti si sentono richiedere. Ma, ad avere le idee confuse sono le famiglie, i medici e anche i proprietari di palestre.
Nuove regole
Le novità in materia di certificazione sportiva erano state introdotte dal decreto Balduzzi e introducevano una distinzione fra tre tipi di certificazioni a seconda dell’attività svolta: amatoriale e ludico motoria, come andare in palestra; non agonistica, ad esempio un torneo di calcetto, e, infine, non agonistica ma ad alto impatto cardiovascolare, come gare podistiche superiori ai 20 km, svolte da non tesserati a federazioni e ad associazioni sportive. La norma, per tutte le attività, richiedeva un ECG, ma ha avuto vita breve.
Certificazioni sospese
La conversione in legge del decreto Fare, infatti, “per non gravare cittadini e Servizio sanitario di ulteriori onerosi accertamenti”, lo scorso 20 agosto ha soppresso l’obbligo di certificazione per attività ludico-motoria, mantenendolo per quella sportiva non agonistica.
Quanto all’ECG, viene lasciato sempre alla discrezionalità del medico. Nonostante le precisazioni del ministero e le circolari delle Asl, molte le domande. “Le palestre continuano a richiedere il certificato anche se non necessario, qualcuno perché non lo sa, qualcuno per tutelarsi”, spiega Milillo. Stessa cosa fanno i medici.
Addio ai certificati sanitari per attività sportive
La normativa inserita nel Decreto del Fare "per non gravare cittadini e Servizio sanitario di ulteriori onerosi accertamenti"
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