Dopo aver sperimentato, con successo, l’ozonoterapia, l’ospedale di Udine introduce un’altra importante innovazione nel trattamento dei pazienti Covid-19. Si tratta della riabilitazione motoria avanzata introdotta nel reparto di terapia intensiva grazie alla donazione di cinque macchinari da parte della Danieli di Buttrio.
L’attività motoria accelera il processo di distacco dei pazienti dai ventilatori, come conferma Amato De Monte, Direttore del Dipartimendo di Anestesia e Riabilitazione AsuFc. “Abbiamo preso l’esperienza messa a punto dal dottor Loris D’Orlando all’ospedale di Tolmezzo. I macchinari consentono una mobilitazione passiva mentre il paziente si trova a letto collegato ai respiratori. Stare disteso e fermo mentre una macchina respira per te è diverso da mobilizzare braccia e gambe. L’attività facilita la circolazione e riduce i dolori, evitando anche le patologie collegate a un prolungato allettamento”, spiega De Monte.
“Insomma, si tratta di uno stimolo risvegliante, che produce vari effetti positivi. Al momento, grazie alla Danieli, due riabilitatori sono già operativi, ma altri tre sono in arrivo. Li stiamo utilizzando in particolare nella zona semi-intensiva, nel reparto di Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria diretto da Vincenzo Patruno. Ogni paziente viene sottoposto a sedute da 15, 20 o 30 minuti di mobilitazione agli arti superiori e inferiori. Una buona prassi che possiamo usare in base alle necessità del paziente”.
“I numeri dei ricoverati in terapia intensiva – conclude De Monte – si stanno riducendo. Quindi, speriamo presto in una ripresa della normale attività del reparto”.