Continua a far discutere la questione della nave-ospedale che dovrebbe accogliere gli anziani Covid positivi di Trieste. Il condizionale è quanto mai d’obbligo perchè, dopo un’accelerazione la scorsa settimana, quando il governatore Fedriga e il vicepresidente Riccardi avevano annunciato il via libera del Governo per l’arrivo del traghetto, ora l’approdo della Gnv Allegra in porto non è più così certo.
Da ieri, infatti, l’ipotesi di un clamoroso dietrofront sta rimbalzando nel capoluogo giuliano, ma per ora l’indiscrezione – pubblicata da Il Piccolo – ancora non è stata confermata né dalla Regione nè dall’AsuGi che, come aveva ricordato Fedriga nella conferenza stampa del 7 maggio, avrà l’ultima parola sulla decisione. E mentre si valutano altre opzioni, come i due piani dell’ospedale di Cattinara che erano stati attrezzati per ospitare i pazienti Covid più gravi, oggi sul caso è intervenuto anche un uomo che di mare ne sa parecchio, ovvero il senatore del Gruppo misto Gregorio de Falco, capo sezione della Capitaneria di porto di Livorno all’epoca del naufragio della Costa Concordia nelle acque dell’isola del Giglio che lo aveva reso famoso nel mondo per il ‘torna a bordo!’.
“A fronte dell’annunciata scelta di trasferimento su una nave-ospedale degli anziani contagiati nelle case di riposo di Trieste”, scrive de Falco sul suo profilo Facebook, sottolineo che “l’isolamento su un traghetto è assolutamente fuori misura, per il momento in cui si procederebbe, in controtempo rispetto alla fase di un graduale rientro verso la normalità, inappropriato per le caratteristiche della nave (un traghetto ha l’attitudine a trasportare persone e veicoli da un porto a un altro in un breve arco di tempo), ed è una sistemazione inadeguata per la fragilità degli anziani, nonché per le stesse tempistiche che un effettivo adeguamento dell’imbarcazione implicherebbe”.
“La consigliera Simona Liguori – scrive ancora de Falco – non mi ha potuto fornire altre informazioni, se non quelle lette sulla stampa, perché nelle sedi opportune non sono mai state date indicazioni sufficienti. Informazioni che vanno fornite anche per i risvolti etici inerenti”. De Falco e Liguori concordano: “Auspichiamo entrambi che si possano trovare soluzioni alternative, adeguate alle circostanze e alla tipologia dei pazienti”.