Il nome è tutto un programma. Si chiama esame podobarometrico computerizzato del piede e, da oggi, è possibile eseguirlo anche presso la sede dell’Anmil, l’associazione nazionale dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro di Pordenone. La strumentazione medica necessaria alla sua esecuzione è stata presentata dal direttivo del sodalizio al presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, cui va il merito di averne sponsorizzato l’acquisto attraverso la concessione di un apposito contributo (mille euro), ritagliato fra le pieghe del bilancio dell’ente intermedio.
Come sottolineato dal presidente dell’Anmil Pordenone, Amedeo Bozzer, «l’attività di patronato dell’associazione è in via di espansione, e di pari passo con la crescita, è andata aumentando anche la necessità di offrire agli associati una assistenza medica più specialistica e professionale». Vista la crescente richiesta, non solo da parte di invalidi sul lavoro o civili, di poter effettuare questo tipo esame, proprio per venire incontro alle esigenze dell’utenza, l’associazione, grazie alla Provincia, ha provveduto ad acquistare l’attrezzatura medica che verrà utilizzata per migliorare e garantire prestazioni utili alla risoluzione, attraverso l’ausilio della pedana pressoria, di problemi legati alle diverse tipologie di talloniti che possono derivare da incidenti sul lavoro o stradali. Il test si esegue in pochi minuti e consiste nel camminare su una pedana in grado di rilevare i punti di carico del piede. In questo modo, i tecnici ortopedici, potranno valutare l’appoggio bipodalico e poter consigliare la soluzione più congeniale “cambiando” l’appoggio del piede, eventualmente scorretto, tramite un plantare su misura, studiato appositamente caso per caso. Per la Provincia «si tratta semplicemente dell’ennesimo sostegno garantito ad una delle associazioni di volontariato del nostro territorio – spiega il presidente Ciriani – rispettando un impegno preso con i nostri cittadini, ovvero garantire le risorse di cui dispone il nostro ente prioritariamente a sostegno delle politiche sociali e del lavoro».
«Nonostante le risorse sempre più risicate, la Provincia, quando può c’è» prosegue Ciriani, non mancando anche di fare un appunto alla Regione, preoccupato da quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale: «Come se non bastasse la crisi che sta mettendo in ginocchio le nostre aziende e la perdita di posti di lavoro, assistiamo, inermi, al taglio operato dalla Regione a sociale, sanità e bonus bebè. Se la giunta Serracchiani – conclude Ciriani – invece che aumentare i contributi per la cultura avesse fatto il contrario, pensando prima di tutto alle famiglie, mi sentirei più sicuro».