“In AsuFc è stato aperto il tavolo di trattativa fra sindacati e Direzione aziendale per stipulare l’ennesimo accordo ponte. Quest’anno – annuncia la Uil Fpl – abbiamo deciso di condividere il documento solo in parte, ovvero per i progetti dedicati alla continuità assistenziale, mentre abbiamo dissentito sull’articolo che prevedeva il pagamento dei “facenti funzioni” (ex posizioni organizzative e coordinamenti)”.
“E’ dal 2019 che chiediamo alla Direzione aziendale di applicare il contratto nazionale, regolamentando tali funzioni con l’attribuzione degli incarichi attraverso una procedura selettiva, nel rispetto della normativa vigente. A oggi, nessuno ha preso in considerazione queste richieste, compreso l’attuale direttore generale Denis Caporale che, al contrario, ha perseverato con la nomina di facenti funzioni senza osservare, in alcuni casi, nemmeno i requisiti previsti dal contratto che definisce dei titoli di studio specifici per ricoprire tali ruoli, eludendo le disposizioni dalla Corte dei Conti che si è già ripetutamente espressa vietando tali pratiche”.
“Ricordiamo, infine, che i facenti funzione vengono pagati con il fondo della produttività e, non essendo inquadrati nel ruolo, gli emolumenti non vengono computati ai fini pensionistici. Tutti questi aspetti hanno alimentato la nostra obiezione e ci siamo rifiutati di firmare un documento che avrebbe favorito la continuazione di queste modalità”, continua la Uil Fpl. “Abbiamo subordinato la stipula dell’accordo all’attivazione delle procedure per il conferimento, pesatura e revoca degli incarichi di funzione, come previsto dal vigente contratto nazionale del Comparto Sanità. Ciò che oggi ci ha lasciato perplessi e indignati è stata la presa di posizione della Cisl e del segretario della Rsu che hanno in questo frangente svelato le loro carte, ovvero l’assoluta volontà di mantenere il vecchio sistema della ex AsuiUd e gestire gli incarichi di funzione a loro comodo, seguendo una logica clientelare scandalosa”, denuncia il sindacato.
“Nell’interesse ‘vero’ dei lavoratori, chiediamo a tutti i dipendenti di fare una seria riflessione e di prendere consapevolezza dell’attuale situazione che è volutamente messa in stallo da chi non vuole cambiamenti per adeguarsi alle regole contrattuali. AsuFc è una azienda pubblica e se qualcuno la confonde con una proprietà privata da gestire e manovrare a piacimento forse dovrebbe rivedere la propria posizione e risponderne ai dipendenti”, tuona la Uil Fpl.
“A tutto ciò, aggiungiamo che non c’è l’ombra di alcuna convocazione per trattare le altre tematiche ‘calde’, come l’attribuzione delle progressioni economiche (fasce), la regolamentazione sull’orario di lavoro, l’accesso alla mensa e il diritto al buono pasto, oltre a non avere ancora contezza delle ore da saldare ai dipendenti impegnati nella campagna vaccinale 2021, che altre aziende, come AsuGi, salderanno completamente nel mese di marzo, le Rar 2021 e tutte le prestazioni aggiuntive, che devono essere ancora oggetto di confronto. Il sistema è inesorabilmente rallentato da una Direzione amministrativa e gestione del personale che in questa azienda risulta poco efficiente o completamente assente e va quindi ad aumentare ulteriormente il clima di tensione e abbandono che aleggia tra il personale”, conclude la nota.
Sul tema interviene anche Simona Liguori, consigliera regionale del Gruppo Cittadini.”Ennesima difficoltà, per l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc). Stavolta la questione riguarda i pagamenti dei facenti funzione, ovvero i medici che ricoprono il ruolo dei primari”.
“Azienda e sindacati – afferma la Liguori – sono lontani da trovare un’intesa e tutto fa supporre che il tavolo di trattativa per stipulare un accordo ponte dovrà essere riconvocato a breve, se davvero si vuole trovare una soluzione al problema di un personale sempre più costretto a richiami in servizio, continui cambi turno e migliaia di ore straordinario”.
“Le proposte avanzate da Asufc – aggiunge l’esponente dei civici – non sembrano aver risolto la situazione, tanto che non tutti i sindacati hanno sottoscritto l’accordo. In questi momenti di crisi non ci si può permettere di creare conflittualità tra i lavoratori della sanità: è sempre sbagliato mettere gli uni contro gli altri”.