‘Pappa’, ‘pannolini’, ‘culla’, ‘orsacchiotto’, ‘ciuccio’, ‘nanna’, ‘febbre’, ‘passeggino’. Sono tutte parole con cui i genitori di neonati hanno molta dimestichezza, così come con l’amore sconfinato per i propri ‘cuccioli’ e con la preoccupazione – naturalissima – di proteggere quella piccola vita che tengono tra le braccia. A volte, purtroppo, ci si trova di fronte a termini come ‘emergenza’, ‘rischio di vita’, ‘morte’. Parole con le quali nessuna famiglia vorrebbe avere a che fare.
Nasce proprio con l’ottica di fornire ai genitori, ma anche ai nonni, agli zii, alle maestre d’asilo e a chi si trova spesso a contatto con bambini molto piccoli, il progetto dedicato alle ‘Manovre salvavita pediatriche’ gestito dalla Croce Rossa italiana. Ogni anno, in Italia, oltre 50 famiglie sono colpite da una tragedia senza confini: la morte di un bambino per soffocamento. Ciò avviene non solo per il ‘corpo estraneo’ ingerito accidentalmente (palline di gomme, cibo, giochi …), ma soprattutto perché chi lo assiste nei primi momenti di solito non è preparato a eseguire le adeguate manovre di primo soccorso.
“L’iniziativa è partita nel 2014 – sottolinea Fiorenzo Facchinetti, responsabile del progetto della Cri per il Fvg – ed è in costante aumento. La sensibilità verso queste problematiche si sta sviluppando. La Cri di ogni regione dispone di un database con i nominativi di chi ha frequentato gli incontri. Ecco perché possiamo dire che, finora, in Friuli Venezia Giulia mille 537 persone sono formate per intervenire in caso di emergenze pediatriche. Nel 2014 sono state 348, mentre solo nel primo semestre del 2016 se ne contano già 358”.
Certo è che ancora molto resta da fare. “Il più delle volte i corsi organizzati dalla Cri sono su richiesta di gruppi di genitori o di adulti in genere che vogliono imparare ad affrontare al meglio situazioni di emergenza – prosegue Facchinetti -. Gli incontri sono di tre tipi. Una lezione informativa nella quale si mostrano le manovre salvavita; un evento pubblico, in occasione di manifestazioni di grande rilevanza, con il quale far conoscere la nostra attività e un corso vero e proprio che comprende una parte teorica e un’esercitazione pratica con manichini, della durata di quattro ore. Il panico di momenti concitati, unito alla mancata preparazione genera errori gravissimi: prendere per i piedi un bambino che ha un corpo estraneo nelle vie aeree, o, peggio ancora, mettergli le dita in bocca, sono le prime due cose che vengono fatte dal soccorritore occasionale non preparato, ma sono proprio quelle che di solito causano la morte del bambino. Più in generale, affrontare l’emergenza dovrebbe diventare un momento formativo obbligatorio già nelle scuole” conclude il volontario Cri.
Il prossimo incontro nella nostra regione si svolgerà in Provincia di Pordenone: il 7 ottobre, alle 20.30, l’appuntamento sarà nella sede dell’Associazione ‘Cerchium Vitae’, in Via Stadio a Nave di Fontanafredda.