Quando si tratta di Green Pass i grattacapi non riguardano solo quanti non vogliono saperne del vaccino, ma pure molte persone che sono vaccinate con sieri non riconosciuti. E poi ci sono i soggetti costretti a fare il tampone nei quindici giorni successivi alla vaccinazione. Salvatore Strano, medico del lavoro, non nasconde che il Green Pass sta creando più di qualche grattacapo.
“I casi di persone che hanno ricevuto all’estero un vaccino alternativo ci sono, ma si tratta di numeri limitati, per lo meno nella mia esperienza. Mi è invece capitato spesso di avere a che fare con persone che, a seguito di un’indagine sierologica, hanno riscontrato una carica anticorpale molto alta dopo essere guariti dal Covid 19. Questi soggetti mi chiedono se sia davvero necessario il vaccino e non sanno come fare. Personalmente, pur essendo convinto che sia molto importante immunizzarsi, ritengo sia questo il classico caso dove non sarebbe necessario. In base all’attuale normativa, pure a fronte di un titolo anticorpale molto alto e a patto che siano trascorsi sei mesi dalla guarigione, è prevista in ogni caso la vaccinazione. Se il principio fondamentale è quello di proteggere e ridurre la possibilità di contrarre la malattia, va bene vaccinare un soggetto totalmente privo di anticorpi accettando il pur minimo rischio di reazioni avverse, ma il discorso non regge se abbiamo invece a che fare con chi è protetto naturalmente e si tiene conto solo del criterio temporale”.
E’ possibile che il test sierologico sia stato evitato per una questione di contenimento dei costi? “Può darsi. Attualmente però, per le persone che vogliano comunque controllare il proprio livello di anticorpi è richiesta la prescrizione di un medico, ma d’altro canto l’Aifa ha spiegato ai medici che quando possibile il test sierologico va evitato. Questa situazione ovviamente, inutile dirlo, alimenta le teorie complottiste. Una buona fetta di persone no vax sono convinte di aver già avuto il virus, magari scambiando i sintomi di una semplice influenza per quelle del Covid 19. A quel punto ben venga il test sierologico se serve a sgombrare il campo da equivoci”.
Chi si vaccina comunque il Green Pass lo ottiene? “Sì, ma solo trascorsi quindici giorni dall’avvenuta vaccinazione. Per questo raccomando di procedere quanto prima al vaccino pena il rischio di dover sborsare parecchi soldi per fare i tamponi nel frattempo e ammesso e non concesso che il sistema riesca a reggere alla marea di persone che hanno bisogno del tampone per ottenere il certificato. Per altro la norma sul Green Pass è molto incisiva perché è previsto che il soggetto controllato all’ingresso può essere allontanato, mentre se il controllo avviene quando la persona è già sul luogo di lavoro scatta una procedura diversa. Non solo la persona priva di Green Pass va allontanata, ma il fatto va notificato alla Prefettura che poi provvederà ad elevare la sanzione. In questo caso il datore di lavoro si trova nella sgradevole situazione di dover denunciare il proprio lavoratore. Ecco perché raccomando ai datori di lavoro di effettuare i controlli all’ingresso del lavoratore e non quando è già al lavoro”.