“La recrudescenza dei contagi da Covid non può essere ignorata e non può non essere previsto un servizio così essenziale come quello fornito dalle Usca”. E’ l’allarme lanciato da Matteo Picerna, segretario regionale dello Snami, il Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani dopo la chiusura a fine giugno dell’assistenza domiciliare ai malati.
Una situazione che, per Picerna, è destinata ad aggravarsi con la circolazione estiva dei turisti, il sempre minor uso delle mascherine e l’aumento degli assembramenti. Per il presidente regionale dello Snami, Stefano Vignando, l’aumento di lavoro a carico dei medici di medicina generale sia per il virus, sia per i disbrighi burocratici legati alla pandemia, rende indispensabile incrementare il personale infermieristico e ridurre gli adempimenti non clinici dei sanitari.
Le autorità, denuncia il sindacato, sono state informate tempestivamente della situazione il 14 giugno e c’era tutto il tempo per istituire un nuovo servizio domiciliare soprattutto per chi abita in zone disagiate. Eppure, conclude lo Snami, è ancora tutto fermo.