“Continuano commenti e considerazioni sul vaccino anti-Covid che non si possono sentire, ma che vengono messe sullo stesso livello delle valutazioni della comunità scientifica”, denuncia l’epidemiologo Fulvio Zorzut.
“E’ il problema dei media mainstream che, in un’errata percezione di offrire al pubblico un dibattito democratico, realizzano confronti in cui chi ha la migliore capacità di eloquio o la maggiore capacità di bucare il video vince, anche se non ha la competenza scientifica per certe valutazioni o affermazioni”.
“Ciò detto si legge e si sente da più parti che i vaccini non proteggono e si porta come esempio il fatto che vengono colpiti dal virus anche i vaccinati, che contribuiscono all’aumento dei ricoveri o decessi di questo periodo. E’ evidente la volontà strumentale di dare un’interpretazione distorta dei dati, destabilizzando ulteriormente un’opinione pubblica già confusa da un susseguirsi d’informazioni errate quando, invece, bisognerebbe evitare di fomentare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione”, continua Zorzut.
“Se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto d’infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati per un semplice fatto di numerosità statistica. In questi casi l’incidenza, intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione, è circa dieci volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri se letti correttamente e non estrapolati in modo malizioso ribadiscono l’efficacia della vaccinazione”.
“La vaccinazione anti-Covid, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati e questo è sempre stato spiegato chiaramente fin dall’inizio del loro impiego. Attualmente sappiamo, ma le conoscenze sono in continuo aggiornamento, che la vaccinazione anti-Covid, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia (Iss)”.
“Con l’aumentare della copertura vaccinale decresce il numero dei casi, proprio per l’efficacia della vaccinazione, questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati. L’effetto paradosso è ben noto e previsto, quindi nessuna sorpresa”, conclude Zorzut.