L’infettivologo Carlo Tascini, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, fa chiarezza sulle regole di somministrazione degli antivirali e dei monoclonali nella terapia anti-Covid.
“Dobbiamo essere assolutamente tempestivi quando vengono prescritti questi farmaci”, spiega Tascini. “Innanzitutto va fatta una distinzione tra antivirali e monoclonali. Nel primo caso, le regole sono estremamente rigide: è fondamentale che gli antivirali vengano somministrati entro i primi 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi per cui la tempestività è un fattore fondamentale e non bisogna attendere”.
“Sempre per gli antivirali, sono da considerare i fattori di rischio del paziente quali insufficienza renale, patologie cardiache, obesità, immunodepressione. Pertanto questi farmaci non sono prescrivibili a tutte le persone che hanno contratto il Covid, ma solo a chi rientra nei criteri rigorosi stabiliti dall’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco, ndr), in base agli studi registrativi”.
In AsuFc gli antivirali approvati sono stati utilizzati nei primi mesi del 2022 con questi numeri: il Molnupiravir è stato somministrato a 44 pazienti a gennaio, a 16 persone a febbraio e a 25 a marzo 25; il Paxlovid è stato usato per 26 trattamenti a marzo; il Remdesivir, infine, viene utilizzato endovena in regime di ricovero per cinque giorni nei pazienti in ossigenoterapia, oppure come terapia precoce per tre giorni, sempre nei pazienti con fattori di rischio.
“Oggi sono stati trattati quattro ospiti della Casa di Riposo Chiabà di San Giorgio di Nogaro, risultati positivi al Covid, con il farmaco orale antivirale Molnupinavir, senza la necessità di centralizzare le terapie in ospedale. I pazienti sono stati valutati dai medici di famiglia e dai medici Usca e, in collaborazione con i medici della Clinica di Malattie Infettive, è stata effettuata la prescrizione, dopo verifica dei criteri d’inclusione al trattamento. In seguito il farmaco è stato recapitato nella Casa di Riposo. Nell’ottica della collaborazione tra ospedale e territorio – continua Tascini – la somministrazione a domicilio dei farmaci anti-virali può rappresentare un ulteriore passo verso la gestione personalizzata e non solo ospedaliera del Covid e permette inoltre di ottimizzare il fattore della tempestività, aspetto fondamentale nella somministrazione di queste terapie”.
“Le scorte di monoclonali attivi contro la variante Omicron (Sotrovimab) sono terminate e fino al prossimo mese di maggio non saranno disponibili”, precisa Tascini. “Abbiamo, infatti, utilizzato tutte le dosi fornite dal Ministero perché sono state somministrate in modo assolutamente efficiente”.
“Per quanto riguarda i monoclonali, le regole per la somministrazione sono leggermente meno rigide, ma vanno sempre considerati i fattori di rischio (pazienti oncologici, trapiantati, …) oppure l’età sopra i 65 anni; devono essere somministrati entro sette giorni dall’inizio dei sintomi”, precisa l’infettivologo.
“In passato abbiamo utilizzato anche Casirivimab/Imdevimab, che era efficace nella terapia precoce delle infezioni da SARS-CoV2 variante Delta, ma vista la scarsa attività nei confronti della Omicron in vitro, ne abbiamo ridotto l’uso. Più recentemente abbiamo a disposizione anche un monoclonale a uso intramuscolo, che al momento è approvato come profilassi nei pazienti che non hanno sviluppato risposta anticorpale al vaccino e lo stiamo utilizzando nei malati ematologici”.
“Dal report Aifa, la Regione Fvg è stata tra i maggiori consumatori delle terapie monoclonali: nella settimana 17-23 marzo ad esempio, la prevalenza di prescrizione è stata ben superiore a tutte le altre regioni”.
“Il messaggio che vogliamo far passare è che le terapie non sono somministrabili a tutti i positivi al Covid, ma solo a pazienti ben definiti con fattori di rischio e nel periodo iniziale dell’infezione e secondo linee guida precise. In AsuFc e in Regione, le somministrazioni sono state sempre fatte seguendo i criteri definiti dall’agenzia del farmaco e, quindi, stiamo continuando a prescrivere gli antivirali e non appena disponibili le nuove scorte di monoclonali, riprenderemo anche la loro somministrazione”.