Netta flessione dei nuovi casi Covid in Fvg, dopo due settimane ‘stabili’. Dall’analisi della Fondazione Gimbe emerge una riduzione del 21% dei contagi, mentre i positivi ogni centomila abitanti sono 1.993, in flessione rispetto ai 2.066 di sette giorni fa.
Nella settimana 13-19 aprile, guardando alle ex province, si registrano dati tutti in calo a doppia cifra. A Trieste, dopo l’aumento di sette giorni fa (erano 720 casi i casi ogni centomila abitanti), l’incidenza si attesta a 525, con una riduzione del 27,1%. Seguono Gorizia a quota 469 (erano 586 i casi sette giorni fa), Udine a 455 (in calo del 23,6% rispetto ai 595 segnati la scorsa settimana) e Pordenone con 419 casi ogni centomila abitanti (erano 474).
Restano bassi i numeri dei ricoveri: l’occupazione dei posti letto Covid è stabile all’1,7% in terapia intensiva e risale leggermente al 13,2% (era all’11,6%) negli altri reparti. A livello nazionale, il tasso di occupazione è del 4,5% in terapia intensiva e al 15,8% in area medica.
In merito alle vaccinazioni, i numeri continuano a certificare la fase di ‘stallo’: la copertura totale della popolazione Fvg è ferma all’81,7%, leggermente inferiore rispetto alla media nazionale, stabile all’84,1%. Per le terze dosi, questa settimana la percentuale di copertura in regione sale all’84,4%, di poco sopra al dato italiano all’83,9%. Per il quarto richiamo, in Fvg la copertura tra gli immunocompromessi si attesta al 7,4%, al di sotto del dato italiano al 10,2%. Per la quarta dose agli Over 80 – che in Fvg ha aperto mercoledì 20 le prenotazioni – la nostra regione si colloca all’ultimo posto con lo 0,04%, a fronte di una media italiana allo 0,7%.
Guardando alla fascia 5-11 anni, infine, nella nostra regione il 235% dei bimbi ha completato il ciclo, mentre il 2,2% ha ricevuto la prima dose. Numeri che ci collocano stabilmente al quartultimo posto (davanti a Bolzano, Marche e Valle d’Aosta), a fronte di una media nazionale al 34% con ciclo completo e al 3,6% con prima dose.
I DATI NAZIONALI. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 13-19 aprile, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (353.193 vs 438.751) e dei decessi (861 vs 929). In calo anche i casi attualmente positivi (1.208.279 vs 1.228.745), le persone in isolamento domiciliare (1.197.643 vs 1.218.075), le terapie intensive (422 vs 463), stabili i ricoveri con sintomi (10.214 vs 10.207).
“Dopo due settimane di lieve riduzione – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – appaiono in netto calo i nuovi casi settimanali (-19,5%), che si attestano a quota 353 mila. Numeri condizionati da una riduzione di oltre il 20% dei tamponi in conseguenza delle festività pasquali”.
“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid scende in terapia intensiva (-8,9%), mentre rimane stabile in area medica (+0,1%)”. In dettaglio in area critica, dopo una lieve risalita all’inizio del mese, al 19 aprile si registrano 422 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo aver toccato il minimo di 8.234 il 12 marzo, i posti letto Covid sono risaliti per stabilizzarsi da un paio di settimane (10.214 al 19 aprile).
VACCINI. Al 20 aprile, l’85,6% della popolazione (n. 50.749.866) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+6.926 rispetto alla settimana precedente) e l’84,1% (n. 49.828.463) ha completato il ciclo vaccinale (+19.593 rispetto alla settimana precedente). Nella settimana 13-19 aprile calano ancora i nuovi vaccinati: 6.092 rispetto agli 8.601 della settimana precedente (-29,2%). Di questi il 24,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.474, con una riduzione del 34,2% rispetto alla settimana precedente.
Al 20 aprile sono state somministrate 39.188.284 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 14.207 somministrazioni al giorno. Dei 7,5 milioni di persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2 milioni potrebbero riceverla subito, mentre i 5,5 milioni di guariti da meno di 120 giorni non possono riceverla nell’immediato.
“Dopo sette settimane dal via libera della quarta dose per le persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – un tasso di copertura nazionale al 10,2% e ingiustificate differenze regionali dimostrano che, al momento, la protezione di oltre 790 mila persone estremamente fragili è un lontano miraggio. Di conseguenza, l’estensione della platea per la quarta dose a oltre 5,2 milioni di persone richiede indubbiamente nuove strategie di comunicazione e meccanismi di chiamata attiva e non può essere affidata solo all’adesione volontaria”.
“Che la campagna vaccinale sia ormai al palo – continua il Presidente – è un dato di fatto, nonostante 4,2 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinale, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato aumenti irrisori”.
“A una decina di giorni dall’1 maggio – conclude il Presidente – data in cui dovrebbe decadere l’obbligo delle mascherine al chiuso, tutte le curve (nuovi casi, ricoveri, terapie intensive, decessi) si mantengono in una fase di plateau con lieve tendenza alla flessione. Tuttavia, la circolazione del virus rimane ancora molto elevata: il numero di positivi, verosimilmente sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri si mantengono oltre 50 mila e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%. Di conseguenza, abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso è una decisione molto avventata per tre ragioni: innanzitutto, nei locali affollati e/o scarsamente aerati la probabilità di contagio è molto elevata; in secondo luogo, la vaccinazione offre una protezione parziale dal contagio; infine, ci sono milioni di persone suscettibili, non vaccinate o senza booster. Utile ribadire che la protezione individuale è massimizzata con la mascherina Ffp2 e non con quella chirurgica, poco efficace nei confronti di omicron”.