Un inverno caldo e un inizio d’estate bollente, hanno contribuito alla proliferazione delle zecche. Questo parassita, attraverso il morso, può contagiare l’uomo, trasmettendo diversi agenti infettivi (batteri, virus, ecc) responsabili di disturbi non sempre facili da riconoscere, ma che possono essere pericolosi, come la malattia di Lyme e la meningoencefalite da zecca (Tbe).
Nella nostra regione, la zecca è ormai diffusa non solo negli ambienti silvestri, ma anche in città, marciapiedi compresi. L’esposizione al pericolo, comunque, è maggiore durante le attività a diretto contatto con l’erba alta, i cespugli e il fogliame, nei boschi, ai bordi dei sentieri e nelle radure. Come difendersi?
Il primo consiglio è prestare attenzione e vestirsi in maniera adeguata, privilegiando capi coprenti, ma di colori chiari che, se da un lato attirano le zecche, dall’altro consentono di individuarle più velocemente. Una volta a casa, poi, una doccia energica consente di rimuovere il parassita che ha bisogno di un paio d’ore per attaccarsi alla pelle. E’ sempre consigliato ispezionare bene il corpo, in particolare le zone dove la sudorazione è più intensa.
Se siete stati morsi
Se, nonostante le precauzioni, siete stati morsi, bisogna asportare la zecca il prima possibile (la trasmissione delle malattie, di norma, inizia dopo 24 ore) e in modo corretto, ovvero evitando di schiacciare il corpo. Bisogna procedere come se togliessimo un chiodo da un’asse di legno.
Poi, sarà opportuno osservare la zona colpita: arrossamenti e irritazioni nell’immediato non devono destare allarmi, mentre sono sospette manifestazioni cutanee a distanza di 10-15 giorni dal morso, perché rappresentano il primo campanello di allarme della malattia di Lyme, che si può manifestare con un eritema migrante, ma spesso è asintomatica.
Quindi, in ogni caso, è bene segnare la data in cui si è stati colpiti e, a distanza di sei settimane, effettuare un esame del sangue. Le altre infezioni trasmesse, invece, sono sempre associate a febbre che compare a distanza di otto/dieci giorni dal morso.